Un incontro quasi interlocutorio, quello dei coordinatori dei partiti di centrodestra che si è svolto a Isernia lunedì sera. Quasi, perché una novità alla fine è emersa. L’Udc ha avanzato la candidatura a governatore del presidente del Consiglio Salvatore Micone. E fa sul serio, visto che alle prossime riunioni del tavolo, a partire da quello che si terrà a luglio, parteciperà Teresio Di Pietro per evitare imbarazzi. Lo hanno deciso ieri Micone e il segretario nazionale Lorenzo Cesa che hanno fatto il punto su altre novità in arrivo in casa dello scudo crociato.
Si annunciano, infatti, nuovi ingressi. Due consiglieri regionali sono dati ormai in procinto di aderire all’Udc. Non c’è ufficialità ma conferme e segnali, in via ufficiosa, arrivano. E i ‘sospetti’ si appuntano su Armandino D’Egidio, eletto con Forza Italia nel 2018, e su Andrea Di Lucente, attualmente capogruppo dei Popolari per l’Italia. Da metà legislatura in poi le loro posizioni sono state spesso omologhe a quelle di Micone. Tutti e tre qualche anno fa erano interessati al progetto nazionale della Lega di Salvini. Sarebbero pronti a chiudere la legislatura nello stesso ‘contenitore’ rafforzando così le ragioni dei moderati di centrodestra.
Moderati che, ribadisce il numero uno di Palazzo D’Aimmo, nella partita del 2023 vogliono essere protagonisti. «Non si può arrivare a due mesi dal voto ed essere costretti ad accettare l’indicazione che arriva da Roma. L’ho detto più volte, in Molise le dinamiche della politica sono differenti, sul territorio c’è un gran dibattito e non si può dire: deciderà il tavolo nazionale», dichiara Micone a Primo Piano.
Nella riunione isernina, dunque, il commissario della Lega Marone ha ribadito il no all’uscente Toma, come pure è emersa la contrarietà di FdI con il coordinatore Di Sandro. Tra gli uomini della Meloni, però, c’è una spaccatura. L’assessore Pallante ha una posizione diversa. Ad ogni modo, ragiona qualche alleato, se a Fratelli d’Italia andrà una candidatura ‘eleggibile’ al Parlamento, non potrà poi pretendere il vertice di Palazzo Vitale.
Sono cinque le caselle in gioco nel 2023 e il silenzio attendista di Forza Italia accende i riflettori e gli appetiti su quella territorialmente più importante, vale a dire la presidenza della Regione. L’Udc ha posto in questi termini la sua ambizione alla leadership: se i partiti nazionali più grandi mirano a giocarsela per Camera e Senato e se hanno problemi interni o imbarazzi per la scelta del candidato governatore, noi siamo pronti. E Micone si è detto disponibile alla corsa. Il summit è stato aggiornato a fra qualche settimana quando al tavolo parteciperà anche, fra gli altri, il responsabile dei Popolari per l’Italia Vincenzo Niro. Intanto, il sasso nello stagno i moderati lo hanno lanciato.
r.i.

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