«Siamo andati male». No, onorevole, siete andati peggio di sempre. «Siamo andati male, così come le altre volte alle amministrative. Diciamo che continua ad andare male perché c’è un’urgenza clamorosa di strutturarci sul territorio». Cauto e perfino un po’ puntiglioso, tuttavia Antonio Federico ammette la sconfitta. Il passaggio vero da movimento a partito non può più aspettare, è allarme rosso da tempo fra i 5s. Entro questa settimana, anticipa Federico, il presidente Giuseppe Conte nominerà i delegati territoriali, anche il segretario regionale del Molise quindi, che avrà l’onere di trattare programmi e alleanze per le elezioni del 2023. La partita si gioca proprio fra Federico, vicino all’ex premier, e il capogruppo di Palazzo D’Aimmo Greco, uomo del ministro Di Maio. In corsa anche il sindaco di Campobasso Gravina, pure lui in quota Conte.
Il giorno dopo il tonfo alle amministrative, però, Federico tocca appena l’argomento. Il tema, come si dice in politica, e non i nomi. A Rieti, il Movimento è all’1,1%. Percentuali bassissime anche in altri centri, il Sud ha voltato le spalle ai 5s. Sarà un caso, ma ora che i grillini sono in calo torna prepotente la voglia di liste civiche. «Meglio un vero civismo, non quello della politica travestita, del passaggio da un populismo a un altro», commenta il deputato riferendosi al sorpasso di Fratelli d’Italia ai danni della Lega. Salvini paga il sostegno a Draghi, anche i 5s? «Noi paghiamo anche la scelta di dare fiducia a questo ‘governo minestrone’, che io però continuo a rivendicare, per come è stata fatta, ci fu una consultazione online prevista allora dallo statuto, e senza dimenticare la chiamata di Mattarella che era molto chiara. Sono state allontanate posizioni pericolose come quelle no vax. Adesso – conclude Federico – dobbiamo ricostruirci un’identità con la consapevolezza di cosa significa governare e farlo in un momento di grande crisi. E accelerare sulla scelta dei delegati territoriali».
Dove il centrodestra va unito alle urne, vince. Convinzione diffusa nella coalizione che la coordinatrice molisana di Forza Italia Annaelsa Tartaglione ribadisce con forza commentando il voto di domenica. «Lo dimostrano alcune città dove abbiamo vinto, anche al primo turno: la volontà degli italiani è quella di vedere nel 2023 un centrodestra unito alle politiche e affidargli il governo del Paese». A Catanzaro, invece, una divisione di cui «abbiamo pagato anche noi direttamente le conseguenze su Isernia». Fratelli d’Italia è andato da solo, al ballottaggio c’è il candidato del resto del centrodestra. La parlamentare azzurra, però, pensa che l’anno prossimo, di fronte a un ‘bene superiore’, quello di tornare a guidare l’Italia, e «alla fiducia che ci stanno consegnando i cittadini» saranno superati «personalismi e prese di posizione» che in alcuni territori hanno avuto la meglio.
Anche per Forza Italia i numeri usciti dalle urne non sono esaltanti. Pure al Sud, in zone una volta roccaforti. A L’Aquila: fortissimo FdI che aveva anche il candidato sindaco, ma gli azzurri sono al 6,36%. E poi Frosinone: 4,51%; Taranto: 4,23; Molfetta 2,47. «Ma in una città come Palermo siamo stati il primo partito. quelli che hanno perso di più sono stati Lega e 5s. Noi – conclude la deputata – abbiamo tenuto. Non dimentichiamo che alle europee siamo scesi al 6%, ci stiamo riprendendo e credo che per noi lo spazio ci sia».