Lo aveva premesso e promesso. Approvata la legge a sua firma sulla riorganizzazione ospedaliera, l’ex presidente Michele Iorio assicurò: farò di tutto perché si proceda sulla strada tracciata dalla norma. Cioè, fra le altre cose, integrazione fra Cardarelli e Gemelli per realizzare un Dea di II livello e ripristino dei punti di primo soccorso a Venafro e Larino.
Ebbene, è stato lo stesso Iorio a informare il governo nazionale di quanto deciso da Palazzo D’Aimmo. Ha inviato, riferisce, una missiva al presidente del Consiglio dei ministri Mario Draghi e ai ministri della Salute Roberto Speranza e dell’Economia Daniele Franco «per mettere a conoscenza del governo di quanto approvato dal Consiglio regionale in tema di organizzazione della rete dell’emergenza. Una comunicazione istituzionale “obbligatoria” perché, pur essendo il governo Draghi un “governo tecnico” trova l’appoggio di tutte le forze politiche presenti in Aula in Consiglio regionale che, attraverso il loro voto favorevole ma anche attraverso la loro astensione, hanno sostenuto la proposta di legge sulle linee guida della riorganizzazione della rete ospedaliera che vede come primo firmatario il partito di Fratelli d’Italia. L’Assemblea legislativa regionale si è riappropriata del diritto costituzionale a legiferare in materia con la speranza di non andare in contrasto con le future decisioni del commissario ad acta per i piani operativi nel settore dell’organizzazione del servizio di emergenza. Proprio per questo ho chiesto ufficialmente di intervenire perché il Commissario ad acta pro tempore – anche presidente della giunta regionale – non provveda all’approvazione di un nuovo piano operativo sanitario che vada in contrasto con la legge regionale approvata. Anche in virtù della vicinanza della prossima tornata elettorale del 2023 che vedrà impegnato il Molise al rinnovo dell’organo legislativo locale insieme a quello nazionale. L’assurdo di un commissariamento lungo circa 15 anni – conclude Iorio – impone ad un certo punto che il governo e la Regione Molise aprano ad un confronto serio e sereno per l’assunzione di reciproche decisioni nell’interesse della salute dei cittadini. Basta con il rifugiarsi in continui contrasti lasciando deperire la situazione in cui versa il servizio pubblico regionale che, a sua volta, rialimenta le condizioni per il commissariamento.».