Metti una sera (venerdì scorso) a cena: due capigruppo regionali 5s e il ministro degli Esteri Di Maio. Che è a rischio espulsione per aver detto, fra le altre cose, che «alle amministrative siamo andati male. Non è mica un’eresia. Si può dissentire, dire mezza parola?». Senza essere accusati di Conticidio?
Andrea Greco è uno dei due capigruppo seduti venerdì sera in un noto ristorante del centro storico di Isernia. Insieme a lui e Di Maio, Sara Marcozzi, candidata governatrice in Abruzzo e oggi alla guida del Movimento in Consiglio regionale a L’Aquila. «Nulla di segreto o massonico, altrimenti non ci saremmo visti in un ristorante. Luigi è un amico, è venuto anche altre volte e pure ci siamo incontrati. Ora sta vivendo un momento molto pesante. Fa ridere che nei suoi confronti si parli di espulsione. Di Maio è uno dei fondatori del Movimento, che lo ha portato al 34% e ha permesso a molti di varcare le soglie del Parlamento. Quando lui era capo politico, se alle amministrative si scendeva sotto il 15% veniva massacrato. Ma non ricordo che si aprissero procedimenti di espulsione per chi lo criticava».
Il ministro è sotto accusa perché europeista, atlantista, troppo fedele alla linea Draghi. Dicono i contiani. «Guardi, la comunità degli iscritti ha chiesto delle cose, si è espressa. La fiducia al governo Draghi viene da una consultazione per essere chiari. Poi lui è diventato il più bravo a dialogare… Ma non può subire attacchi e insulti per questo». Per qualcuno l’addio del titolare della Farnesina è questione di ore. Altri scommettono sulla nascita di un nuovo partito. «Io sto dalla parte dei problemi delle persone in una forza politica che ha rispetto per chi ne fa parte. Mi piacerebbe – sottolinea Greco – che continuasse a essere così e la si smettesse con la caccia alle streghe, vorrei che tornassimo respirare come una comunità. Io auspico che si possa ricucire e lavoro per ricucire. Se Luigi molla, però, sia chiaro che non molla Dino Giarrusso. Ci sono tanti irriconoscenti ma anche tanti riconoscenti». Greco respinge poi l’idea che l’accelerazione dello scontro sia dovuta al limite dei mandati che Grillo ha blindato qualche giorno fa. «Io dico: decide la rete, ma o si fa per tutti o per nessuno».
Al cronista il cammino sembra segnato. «Io continuerò a essere nel Movimento – risponde Greco alla domanda sul suo futuro – finché il Movimento sarà il Movimento. È questa forza politica che mi ha mandato in Consiglio regionale. Una cosa però la posso dire: non farò nulla che è contro natura». Non va al centro accanto a Renzi, quindi. «Meno male che ride anche lei mentre mi fa questa domanda…».
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