Presidente Iorio, la disturbo?
«No, affatto. Sto prendendo un caffè. Sono al congresso della Uil ma possiamo chiacchierare».
È in piena operatività.
«L’ho detto e lo faccio».
Alla guida della Regione dal 2001 al 2012, poi la sconfitta. Oggi Michele Iorio è pronto a ricandidarsi. Dopo il suo annuncio, il risultato di un sondaggio commissionato da uno degli aspiranti che la vede primo nel gradimento.
«Ho letto il vostro articolo e ho appreso con favore il risultato, mi sembra assolutamente incoraggiante. È stato un incitamento forte».
Il sondaggio mette le ali alla sua campagna. E col centrodestra come va?
«Sono fiducioso che alla fine prevarrà la consapevolezza di andare uniti. Non dubito, nessuno potrebbe, che la compattezza di una coalizione sia un valore. Nessuno punta a distruggere niente, però bisogna essere chiari sui programmi e sulle responsabilità che ciascuno si è assunto nel corso di questi anni. Io non credo che Toma abbia fatto tutto da solo, è stato anche aiutato da qualcuno che in quel momento poteva non avere la sensazione che si stava sbagliando. Però non si può negare, a meno di essere in malafede, che il programma del centrodestra non sia stato rispettato».
Non lo è stato secondo lei?
«Assolutamente no. Cominciamo dalla sanità. Io ho sempre proposto quello che è stato approvato con la legge sulla riorganizzazione ospedaliera (Dea di II livello a Campobasso, a Isernia e Termoli spoke di I livello e punti di primo intervento a Venafro e Larino, ndr). Quello è stato il mio piano sanitario, mi ha fatto piacere che il Consiglio abbia approvato la norma. Toma, tanto per non smentirsi, ha chiesto che venga abrogata perché gli impedisce di fare una cosa contro i contenuti di quella legge, cioè il suo piano operativo. Ma dovrebbe prima approvarlo. E mi piacerebbe conoscerlo perché finora ha sbandierato le stesse cose che dice quella norma: le ha dette a Isernia, a Campobasso, a Termoli, le ha ripetute in Consiglio regionale. Per non parlare della gestione della pandemia, siamo ancora senza centro dedicato e si chiudono le Usca senza aver definito un’assistenza domiciliare ai malati Covid».
Questo solo per la sanità…
«Poi c’è l’autostrada. Conservo ancora l’intervento di Toma in campagna elettorale quando, presentando anche la mia lista, disse che l’autostrada era il primo punto del programma. Poi ha ascoltato i suggerimenti di Niro e si parla di quattro corsie, come ai tempi di Frattura. Ancora, noi nel 2005 in Consiglio decidemmo, all’unanimità, che non avremmo autorizzato cessioni di acqua se non a condizioni che non si sono verificate. Toma invece ha detto in Aula di aver affidato un progetto di fattibilità: per spostare l’acqua da una diga a un’altra (da Liscione a Occhito verso la Puglia, ndr) ci vuole la fattibilità? Non dimentichiamo poi il personale, abbiamo voluto fortemente una legge sulla stabilizzazione dei precari. La giunta non la rispetta. Nel suo piano occupazionale, redatto prima della nostra norma ma la Madia già esisteva, prevede la mobilità e l’utilizzo delle graduatorie non esaurite di altri enti. L’Asrem, correttamente a questo punto, invece ha scritto nel suo piano: assumeremo in questo ordine, prima le stabilizzazioni, poi la mobilità e in ultimo il concorso. I trasporti? Con il mio governo facemmo una battaglia per il lotto unico. La gara fu annullata perché la ditta vincitrice non era in regola con il Durc. Bisognava ripeterla, invece arrivò Frattura e ricominciò da capo senza riuscire a bandirla di nuovo. Il governo Toma, addirittura, con l’assessore Niro ha proposto di dividere il Molise in due lotti. In Consiglio mi sono opposto, perché come centrodestra la pensavamo in maniera diversa, ho ottenuto la maggioranza. Oggi si ripresenta Pallante e vuole anche lui due lotti. Io non ce l’ho con Toma, né con Pallante e né con Niro. Il problema è che loro non stanno realizzando il programma del centrodestra, non sono interpreti del centrodestra».
Lei attacca tutti i giorni il centrodestra però.
«Io attacco l’operato della giunta Toma, non il centrodestra».
E se, in nome della compattezza che lei stesso riconosce come un valore importante, vi ritrovaste tutti insieme nel 2023? Lei si presenterà ai molisani insieme a Toma, Pallante, Niro?
«Non è un problema di persone. Io sto lavorando in maniera certosina, andando comune per comune, per definire cosa fare dopo le prossime elezioni. Le cose che le ho descritto saranno in cima al mio programma. Chi non condivide queste scelte – sanità, autostrada e altro –, che sono discriminanti, già da ora non è gradito».
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