Ospedali al lumicino, tagli al 118, cessazione senza soluzioni alternative dell’assistenza domiciliare Covid prima garantita dalle Usca. «La situazione è drammatica – commenta la Lega – intervenga il premier Draghi».
Il commissario del Carroccio Michele Marone parla di «eutanasia della sanità pubblica molisana». Ed elenca: «Dopo il sostanziale smembramento degli ospedali di Termoli ed Isernia, la recente demedicalizzazione della postazione del 118 di via Montegrappa a Campobasso che a sua volta segue quella già operata sulle postazioni di Castelmauro e di Cerro al Volturno. In un sistema sanitario in cui la risposta territoriale dell’emergenza-urgenza risulta affidata sostanzialmente al servizio del 118, si arriva addirittura a demedicalizzare il medesimo servizio; questa situazione non è tollerabile. Le scelte organizzative sono di competenza regionale. Le postazioni territoriali delle aree disagiate devono garantire l’adeguata funzionalità dei percorsi clinico-assistenziali così come prescritto dai Livelli essenziali di assistenza. È compito del commissario alla Sanità garantire tale funzionalità, ma nella Regione Molise – punta quindi il dito su Toma – tutto questo non avviene». Critica, prosegue Marone, anche la condizione delle reti tempo dipendenti: «Quella dell’infarto, eccezion fatta per il Cardarelli di Campobasso, è solo al 50% (vedi Termoli ed Isernia). Quella del politrauma necessita del trasferimento fuori regione, quella dell’ictus emorragico pure e così anche il trasporto neonatale». Senza dimenticare lo stop alle Usca nel momento in cui i contagi Covid stanno risalendo vertiginosamente. «Noi molisani rischiamo quotidianamente di non vederci più assicurata la garanzia del sacrosanto diritto alla salute». Serve, propone il commissario della Lega, un’azione forte di tutte le forze politiche e sociali della regione nei confronti di Palazzo Chigi. «Noi ci stiamo attivando con il nostro segretario nazionale Matteo Salvini per rappresentare al presidente Draghi la situazione drammatica della sanità molisana, evidenziando che il Molise è una delle 20 Regioni italiane e, in quanto tale, ha diritto a vedersi garantita la salute come tutte le altre: i molisani non sono da meno dei lombardi, dei veneti, degli emiliano romagnoli, dei laziali, campani o siciliani. Il governo centrale – conclude – deve prendere atto di tale stato di cose e deve assolutamente aiutarci, anche con provvedimenti straordinari di azzeramento del debito sanitario: la salute dei molisani non può essere succube e ostaggio della concezione ragionieristica dei tavoli tecnici del Mef».

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