Inizia la settimana cruciale per il proseguo dell’esecutivo con a capo l’ex governatore della Banca d’Italia.
Oggi alla Camera c’è l’ultimo passaggio del dl Aiuti e giovedì la fiducia al Senato: banco di prova sia per testare fino a che punto si spingeranno i malumori dei 5 stelle e sia per la tenuta dell’attuale maggioranza che sostiene Mario Draghi. L’ala movimentista dei 5 stelle spinge per lo strappo subito. Nonostante i sussulti di questi giorni, l’uscita però potrebbe essere rinviata a settembre.
Il movimento non è in un periodo di alti consensi: dopo la scissione con il titolare della Farnesina, l’ultimo sondaggio di Supermedia/Youtrend attesta il partito di Giuseppe Conti intorno al 10%, ben lontano da quel 32% raccolto nelle politiche del 2018, che coincide con l’inizio della trasformazione dei pentastellati da forza di lotta a forza di sistema. “Insieme per il futuro”, la nuova creatura politica di Luigi Di Maio, viene data invece tra l’1 e il 3%,
È chiaro che con un gradimento in picchiata le elezioni anticipate vengono scongiurate dai più. La speranza dei cinquestelle, anche quelli più oltranzisti, è di un altro governo Draghi – che in questo momento nemmeno il Pd esclude e che potrebbe materializzarsi appunto al ritorno dalle ferie – in modo da svincolarsi dalle responsabilità di governo cercando di recuperare credibilità dai banchi dell’opposizione nell’ultimo miglio della legislatura.
Senza contare che il 24 settembre scadono i 4 anni, sei mesi e un giorno di mandato sufficienti per i parlamentari a maturare la pensione rispetto ai venti anni necessari invece per i normali contribuenti.
Una crisi e quindi uno scioglimento della legislatura prima di questa data porterebbe il 68% dei deputati e il 73% dei senatori a perdere il vitalizio. Alla Camera infatti sono 427 i deputati neoeletti, tra cui ci sono i nostri Antonio Federico (5 stelle), Rosa Alba Testamento (ex M5s e oggi con L’Alternativa c’è) e la forzista Annaelsa Tartaglione – che hanno tutto l’interesse al che la legislatura duri almeno fino a tale scadenza. Tra i senatori alla loro prima esperienza e quindi compresi in quel 73% che rischia di perdere non solo il vitalizio ma anche i contributi sociali pagati (circa 50mila euro che non possono essere riagganciati a quelli di altre attività lavorative) i molisani Fabrizio Ortis e Luigi Di Marzio, entrambi eletti con i 5 stelle e fuoriusciti dal movimento.
Oltre al bonus economico, a rafforzare la convinzione della maggior parte di deputati e senatori a evitare lo scioglimento anticipato il passaggio del numero dei parlamentari da 945 a 600 unità. Insomma al di là dei proclami roboanti da fine del mondo la verità è che con il taglio dei parlamentari pochi hanno la probabilità di essere rieletti nella XIX legislatura.
Intanto continua l’offensiva degli ex 5 stelle all’esecutivo di Palazzo Chigi che la deputata molisana Testamento non esita a definire “il governo dei peggiori”.
«Il governo e la maggioranza hanno respinto un mio ordine del giorno al decreto legge “Aiuti” che intendeva impegnare l’esecutivo a prevedere dispositivi di protezione più efficaci per i conducenti di veicoli aziendali, garantendo loro interventi e soccorsi più tempestivi in caso di necessità. È l’ennesima dimostrazione che per “il governo dei peggiori” la sicurezza e tutela dei lavoratori, anche di quelli, come i conducenti, che svolgono mansioni lavorative complesse e logoranti, non è una priorità» dichiara la portavoce molisana del Gruppo Misto alla Camera dei deputati.
«A fronte di un numero di decessi in costante aumento nel settore – continua la deputata di L’Alternativa c’è – è più che mai urgente intervenire sulla normativa vigente che risulta essere carente dal punto di vista della sicurezza perché limita gli obblighi del datore di lavoro alla semplice fornitura del pacchetto di medicazione e pronto soccorso, nonché alla assegnazione di un generico mezzo di comunicazione idoneo a raccordarsi con l’azienda in caso di necessità e attivare rapidamente il sistema di emergenza del servizio sanitario nazionale. Per questo continuerò a sollevare il tema affinché, come già avviene per molte categorie di lavoratori isolati, anche ai conducenti di veicoli aziendali sia finalmente consentito di lavorare in totale sicurezza».
ppm