«Gestire la sanità non vuol dire pubblicare post su Facebook o rilasciare interviste. Se Florenzano vuol fare politica, faccia. Ma non qui. In Molise è contrattualizzato per fare altro». Andrea Greco ha aspettato poco più di un anno per riproporre in Consiglio le motivazioni già illustrate a metà giugno del 2021. Porta altri esempi che nel frattempo si sono aggiunti e chiude convinto come allora: il dg Asrem non ha raggiunto minimamente gli obiettivi affidatigli, va rimosso. Stavolta il capogruppo 5s incassa il risultato: la mozione viene accolta. Nove i sì, con Iorio e Romagnuolo che si uniscono a pentastellati e dem, otto le astensioni. Tutte della maggioranza di centrodestra, a partire dal presidente Toma, che a giugno del 2021 aveva votato contro lo stesso impegno.
«Ora, occorre che il presidente Toma agisca di conseguenza: ci aspettiamo che questo sia solo il primo passo di un percorso che porti, in tempi brevi, a sollevare Florenzano dall’incarico», commentano i portavoce dopo il pronunciamento dell’Aula. A loro parere, la gestione ordinaria e quella dell’emergenza Covid da parte di Florenzano sono state «fallimentari». L’elenco degli ‘addebiti’ all’avvocato napoletano in sella dal 29 febbraio 2020 è lungo: dalla scelta di ricorrere alla partita Iva e non al contratto a tempo determinato nel reclutamento del personale per l’emergenza (che esclude la stabilizzazione) alla mancata realizzazione del centro Covid, dal tonfo nel punteggio che misura il rispetto dei livelli essenziali di assistenza agli 80 milioni di mobilità passiva prodotti prevalentemente da un sistema di sanità pubblica sempre più debole e performante con la conseguenza che si va fuori regione o ci si rivolge ai privati per prestazioni del tutto ordinarie. E poi le demedicalizzazioni delle postazioni 118, la scadenza delle Usca senza aver preparato una soluzione alternativa. «Recentemente – aggiungono Greco e Angelo Primiani – abbiamo riscontrato delle anomalie anche nel servizio di sanificazione al Cardarelli. Da una previsione di spesa iniziale di 140.000 euro, sono stati appena liquidati ben 4.600.000 euro. Una lievitazione di costi che qualunque amministratore dovrebbe scongiurare. In sostanza, sanificare il Cardarelli costa più dell’intera gestione annua di ospedali come il Caracciolo, il Vietri o il Santissimo Rosario. Ospedale di comunità, quest’ultimo, che è tale su carta e senza un dirigente responsabile». Più o meno gli stessi rilievi evidenziati anche dalla capogruppo dem Micaela Fanelli, che rimarca come l’adesione alla mozione significhi una più ampia bocciatura di tutta la governance della sanità, anche della struttura commissariale guidata ora da Toma dunque.
Pure l’ex presidente Michele Iorio amplia il novero delle responsabilità e ribadisce la sua contrarietà al sistema del commissariamento. Votare il documento, comunque, per lui è naturale perché è «la presa d’atto di una situazione che non va».
L’esponente di Orgoglio Molise Gianluca Cefaratti, invece, spiega che – pur avendo lui stesso contestato alcune scelte del manager Asrem – trova riduttivo addossare le colpe del disastro sanità in particolare a una sola persona. Annuncia quindi che si asterrà. Il governatore Donato Toma, sollecitato più volte da Greco a dire ai molisani cosa pensa della gestione Florenzano, resta abbottonato. «Non ci casco», dice. «Parlerò con gli atti quando sarà il momento». Vuole evitare di fornire elementi a eventuali impugnative di eventuali provvedimenti… La verifica di metà mandato per il dg dell’azienda sanitaria è in corso, riferisce all’Aula. Quando riceverà il parere del nucleo si comporterà di conseguenza. Motiva l’astensione col fatto che il dispositivo parafrasa semplicemente quello che le norme di settore prevedono. Non condivide le premesse, dice. Ma non dà indicazione di voto contrario. Non stavolta.

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