Tutto nasce dai cronisti che incalzano. Allora, governatore, a che punto siamo per la sua ricandidatura? A margine della conferenza stampa per il cartellone estivo di Molise Cultura, Donato Toma quindi spiega: mi è stato chiesto se me la sento di proseguire e il ho detto che me la sento. Saranno poi partiti e movimenti a decidere.
Già. Ma mi è stato chiesto da chi? La chiacchierata con Primo Piano si fa dunque più insistente, sul versante giornalistico ovviamente. «Quando sono stato delegato all’elezione del Presidente della Repubblica me lo hanno chiesto in tanti. Io ho ottimi rapporti con Tajani, con Carfagna, Gelmini. In tanti mi hanno chiesto. Poi faccio parte dell’ufficio di presidenza del partito e col presidente Berlusconi ci sono frequentazioni e telefonate». Quindi è stato Silvio Berlusconi a chiedere: Donato, vuoi andare avanti? «Mi ha chiesto, sì. E io ho dato la mia disponibilità. Che è quello che toccava a me fare. Io non ho messo ipoteche sulla mia riproposizione. Me la sento di andare avanti anche per raccogliere i frutti del lavoro svolto in questi anni e perché sono convinto che una legislatura non basti a risolvere problemi che sono atavici. A Roma lo sanno tutti, quindi. Non ho ricevuto promesse, non me ne aspettavo. Mi aspetto invece rispetto, questo sì. Dai vertici nazionali l’ho sempre avuto».
Il rispetto, spiega meglio, è sapere per tempo le decisioni prese. Se, una volta risolto il caso Sicilia (che in un modo o nell’altro sarà chiarificatore anche per il Molise, per esempio rispetto al principio della ricandidatura dell’uscente o meno), Forza Italia sceglierà di puntare di nuovo su di lui, Toma è pronto. «Ho una squadra rodata che mi chiede cosa accadrà». Se invece il nome degli azzurri sarà un altro, non si metterà di traverso: «Non farò nulla», dice. «Ritengo che a perderci non sarò io. Ma vorrei saperlo in tempo utile perché così potrei riorganizzare la mia vita».
Nessun problema con i vertici locali di Forza Italia, assicura poi. E Cavaliere capodelegazione ‘presso’ il suo governo? È con lui che si dovranno concordare le decisioni e attraverso lui acquisire il parere degli azzurri molisani. Toma non l’ha presa male. Ma lei è di Forza Italia, presidente. Non cade nella provocazione, la evita. E risponde: «La coordinatrice Tartaglione della decisione organizzativa presa e comunicata all’assessore Cavaliere. È appunto, una riorganizzazione che attiene al partito in cui non sono stato coinvolto e ne prendo atto. Ma non ci vedo retroscena strani. Vorrà dire che mi confronterò con Cavaliere, come d’altronde già facevo. Con lui, gli altri assessori e i consiglieri».
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