A dispetto delle solite cantilene circa la carenza di fondi, i soldi ci sono eccome. E sono anche tanti quelli che l’Europa destina al Paese e in particolare al Sud.
Il problema è spenderli (spesso cospicue porzioni delle dotazioni UE tornano a Bruxelles) e, soprattutto, spenderli bene. In opere o servizi realmente utili a colmare il divario con il nord dell’Italia e il resto d’Europa e a combattere la piaga dello spopolamento.
Il ministro per il Sud e la Coesione territoriale Mara Carfagna e il commissario europeo per la Coesione Elisa Ferreira – ha fatto sapere ieri il presidente Toma – hanno stipulato l’Accordo di partenariato 2021-2027, grazie al quale l’Italia potrà contare su 43,127 miliardi di euro in arrivo da Bruxelles che, sommati al cofinanziamento nazionale, portano il totale dei Fondi strutturali e di investimento a 75,315 miliardi di euro.
Una cifra ragguardevole – informano da Palazzo Vitale –, 10 miliardi in più rispetto alla precedente programmazione 2014-2020.
Il Mezzogiorno, e dunque anche il Molise, ancora una volta trae vantaggio dalle condizioni sfavorevoli rispetto al resto del Paese e porta a casa la fetta più consistente della dotazione pari a 46,575 miliardi di euro.
«È un risultato straordinario – afferma il presidente Toma – rispetto al quale esprimiamo grande soddisfazione. Abbiamo lavorato sodo in sede di Conferenza delle Regioni per dare un contributo alla proposta del governo Draghi, che ha recepito le nostre osservazioni. Ringraziamo il ministro Carfagna, che da subito ha caldeggiato l’iniziativa, il commissario europeo Ferreira e il coordinatore della commissione Affari europei ed internazionali della Conferenza delle Regioni e Province autonome Amao per il lavoro portato avanti. Il Sud, nel riparto delle risorse, fa la parte del leone. Ora – conclude il presidente della Regione – dovremo dimostrare capacità progettuali e velocità nelle procedure, al fine di voltare pagina, modernizzare il Meridione, renderlo competitivo».

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