Pochi, forse solo i politici più navigati o gli osservatori più acuti potevano prevedere quanto è accaduto. Draghi ha colto un po’ tutti di sorpresa.
Antonio Federico, deputato molisano in quota al Movimento 5 stelle – contiano di ferro –, si dice scioccato. Ma non rinnega nulla: eravamo diventati il bersaglio degli alleati, afferma.
Onorevole Federico, mi ha appena detto che sta lavorando ad un dossier. Ha senso? Il Presidente Mattarella scioglierà le Camere.
«Lo so, lo so. Sto continuando a lavorare imperterrito, non mi riprendo ancora dallo shock».
Se lo aspettava questo finale?
«Era tra le ipotesi, poteva accadere».
Vi siete assunti una responsabilità importante.
«Ci siamo assunti la responsabilità di non votare la fiducia ad un decreto che ha comportato la reazione del presidente del Consiglio, che si è dimesso. Il Capo dello Stato lo ha rimandato alle Camere, dove noi abbiamo posto dei temi, un’agenda sociale. Aspettavamo delle risposte per poter dare continuità di sostegno al governo, il presidente Draghi anziché risponderci ha attaccato noi e ha attaccato anche il centrodestra. Il centrodestra ha dato la disponibilità a governare senza il Movimento 5 stelle, noi in assenza di risposte abbiamo detto: nessun problema, togliamo il disturbo».
Ma questa è la cronaca di quanto è successo. La invitavo a riflettere: vi siete assunti una grossa responsabilità. I suoi colleghi parlamentari di centrodestra affermano: i 5 stelle hanno proposto una serie di temi per accrescere il consenso in vista delle elezioni.
«Quindi la povertà o i salari sono temi da campagna elettorale e non temi per il Paese. Ne prendo atto. Credo, invece, che sarebbero state necessarie risposte alla nostra agenda sociale proprio perché siamo alla vigilia di un momento molto difficile».
Il pretesto è stato l’inceneritore di Roma.
«Nessun pretesto. Abbiamo semplicemente non votato un decreto, così come hanno fatto la Lega o Italia Viva in altre occasioni. Attenzione: non abbiamo votato, non è che abbiamo votato contro. Che si siano create le condizioni per le quali il presidente Draghi si andasse a dimettere quel giorno… non a caso tutti hanno affermato: perché fai una cosa del genere se la fiducia ce l’hai? Ecco dunque che è scaturita, da parte nostra, l’esigenza di rivedere l’agenda di governo. Un governo sempre più politico e meno tecnico, con un continuo tiro al bersaglio. E il bersaglio eravamo noi. Draghi avrebbe dovuto mantenere l’unità nazionale anche garantendo la leale collaborazione tra i partiti di maggioranza. Altrimenti a cosa serve il Parlamento? Solo alla ratifica dei decreti? No, così non va».
La sua collega Tartaglione è convinta: quanto accaduto è una conseguenza della crisi aperta dai 5 stelle. Insomma, la miccia l’avete accesa voi.
«A me sembra che le micce stiano esplodendo in Forza Italia. Gelmini e Brunetta che dicono: vi siete appiattiti su Salvini e su posizioni sovraniste lontane dal pensare comune di Forza Italia si commentano da soli. Credo che la Tartaglione abbia un problema in casa. Noi la nostra miccia che è esplosa l’abbiamo avuta: Di Maio che doveva fare l’operazione “salva Draghi” ma in realtà non ha salvato né Draghi né se stesso».
Qualche defezione anche nel Movimento.
«Non è paragonabile una deputata che ci lascia per Italia Viva e per ragioni perlopiù personali rispetto a due ministri in carica. Il paragone non regge».
Di Maio dice: se Conti e Salvini vi parleranno di caro bollette in campagna elettorale, la colpa sarà soprattutto loro.
«Quattro anni e mezzo di maggioranza all’interno del governo per assumerci le responsabilità su tutto, a partire dalla pandemia, siamo stati i primi ad attivare il lockdown in Europa. Che Di Maio venga a farci la morale da questo punto di vista non esiste proprio».
Letta dice: fine del campo largo.
«Eh. Questo è un aspetto sul quale nei prossimi giorni, nelle prossime settimane, si dovrà ragionare. In Sicilia ci sono le primarie in cui Pd e 5 stelle corrono insieme. È intervenuto in maniera dirompente un tema rispetto al fronte progressista che stavamo costruendo, ora è necessaria una riflessione. Fermo restando che per me la volontà di ragionare resta immutata»
Ora la strada è tutta in salita.
«Mai abbiamo immaginato una strada in discesa. Era già in salita. Adesso è ancora più ripida? La affronteremo».
Mi sta dicendo che il Movimento 5 stelle, con o senza il Pd, presenterà una propria lista alle regionali in Molise?
«Il Movimento 5 stelle parteciperà alle elezioni politiche e alle elezioni regionali, glielo assicuro».
Federico sarà della partita, si candiderà?
«Non è il primo dei miei pensieri. Tuttavia mi dà l’occasione per ribadire che ho alle spalle già due mandati».
Borse a picco, spread in salita. Come si pone rimedio?
«Arrivando subito alla composizione di un nuovo governo appena dopo le elezioni. Un governo legittimato dagli elettori potrà affrontare e risolvere tutti i problemi senza paura».
Trascorrerà qualche mese.
«Nel frattempo il governo in carica potrà svolgere gli affari correnti e portare anche avanti l’agenda del Pnrr, considerando che i provvedimenti di natura politica legati al Piano di ripresa e resilienza sono stati già adottati dal Parlamento. Gli atti consequenziali possono essere assunti, senza alcun problema».
I ministri che non hanno votato la fiducia dovrebbero dimettersi?
«Dovrebbero dimettersi, dal punto di vista politico. Formalmente deciderà Draghi».
lu.co.

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