I seggi del Molise da “sicuri” sono diventati “blindati”. Almeno secondo le stime aggiornate dell’Istituto Cattaneo che si è basato sul risultato delle europee 2019 e sui sondaggi successivi. Con Renzi e Calenda nel terzo polo (e non nel centrosinistra) per Meloni, Salvini e Berlusconi la XX Regione è cosa fatta.
In pagina ospitiamo un contributo ragionato che suggerisce di non fidarsi troppo della proiezione e spiega i motivi. Ma soprattutto i colonnelli del Cavaliere invece mostrano di crederci molto. Ed è ressa per accaparrarseli.
Forza Italia esce da questa legislatura con poco meno di 100 parlamentari, ma anche con la prospettiva di prendere la metà dei voti del 2018 (e quindi neanche la metà dei seggi). Il carico, su una situazione già complicata, lo ha messo il taglio dei parlamentari. La riforma 5s ha portato da 630 a 400 i posti a disposizione. Qualche giorno fa l’indiscrezione sul cambio in corsa: a Fratelli d’Italia la Camera uninominale del Molise, a Forza Italia il Senato con la deputata Annaelsa Tartaglione (troppo giovane per Palazzo Madama) paracadutata in un listino proporzionale fuori regione. In Molise, quindi, potrebbe essere catapultato uno dei big che altrimenti sarebbe a rischio elezione. Non si esclude, negli ambienti, che possa essere il coordinatore nazionale Antonio Tajani, che con gli azzurri molisani ha ottimi rapporti e una lunga strada comune (per esempio con Patriciello all’europarlamento). O addirittura Berlusconi che ieri ha sciolto le riserve: si candiderà. L’ultima volta su eletto proprio in Molise, nel senso che optò per il seggio molisano di Palazzo Madama, che però fu costretto a lasciare pochi mesi dopo, quando fu votata la sua decadenza. Al suo posto tornò in Senato Ulisse Di Giacomo, allora coordinatore di Forza Italia.
Ma la ‘catapulta’ potrebbe essere utilizzata anche per accontentare qualche esponente dei moderati che ieri hanno chiuso l’accordo con Fratelli d’Italia. Sarà la Meloni, che ha pochi uscenti e la prospettiva di raddoppiare gli eletti, a imbarcarli, cedendo alcuni spazi quanto meno contendili. E non è detto che quindi il seggio della Camera, per quanto considerato appannaggio di FdI, non vada a ex ministri come Lupi.
A questo punto il presidente del Consiglio Salvatore Micone, che era pronto alla corsa ma in un maggioritario potrebbe ripensarci e concentrarsi sulle regionali. L’unica cosa certa, spiega a Primo Piano, è che tutti i moderati del centrodestra – dall’Udc a Noi con l’Italia – avranno un’unica lista sul proporzionale per fare massa critica e contrastare il potere di attrazione del Terzo polo di cui Renzi e Calenda dovrebbero annunciare la nascita oggi. Non si escludono, a proposito, sorprese quando le liste finalmente saranno presentate. Il centro, si sa, è mobile assai.

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