Al maggioritario del Senato in Molise il centrodestra candida… Claudio Lotito. La notizia ieri era sui principali giornali nazionali, che danno quindi la XX Regione per ‘colonizzata’.
Conferme non ce ne sono, anzi. I vertici locali smentiscono o minimizzano. Ma la cosa pare fatta, maturata dentro i confini di Forza Italia, che ha prima – qualche giorno fa – scambiato le posizioni con Fratelli d’Italia (l’uninominale Camera a Meloni e quello per Palazzo Madama invece agli azzurri) e poi deciso di spedire su un seggio considerato blindato il patron della Lazio.
Repubblica la spiega così: Lotito vuole candidarsi «con Forza Italia al Senato. Magari al collegio Lazio 2. Lì dove però dovrebbe correre Antonio Tajani. Al presidente biancazzurro sarebbe stato quindi offerto il Molise. Una controproposta non particolarmente allettante. Non dopo il precedente del 2018, quando la candidatura in Campania si arenò tra i ricorsi e le proteste di Lotito sull’errato conteggio dei voti. Il seggio in quell’occasione finì a Vincenzo Carbone, poi passato tra le fila di Italia Viva. Nonostante la Giunta per le elezioni abbia poi dato ragione al proprietario della Lazio, la questione si è arenata. Il bis, dice chi conosce il patron, sarebbe un incubo». Insomma, pare di capire che se quella che per ora è una robusta indiscrezione finisse in una bolla di sapone sarebbe perché Lotito qui non ci vuole venire.
Per il resto, la vicenda conferma che i big del centrodestra hanno tutta l’intenzione di utilizzare ogni collegio sicuro (e quelli del Molise sono da sempre facilmente sacrificabili) per piazzare colonnelli, uscenti e personaggi a cui non si può dire di no.
Ridda di voci, di conseguenza, sul futuro di Annaelsa Tartaglione. In un primo momento, appena dopo l’incontro della delegazione regionale con il coordinatore nazionale Tajani, pareva certa la sua corsa al maggioritario per la Camera in Molise (nel 2018 fu eletta nel collegio proporzionale ‘paracadute’ assegnatole in Puglia). Poi il cambio di strategia a Roma. Quindi, al suo posto sarebbe candidato il responsabile regionale di Fratelli d’Italia Filoteo Di Sandro. Altri bene informati suggeriscono di osservare con attenzione anche le dinamiche del partito di Meloni perché sul tavolo a Roma ci sarebbe anche il nome dell’assessore Quintino Pallante. Non figura fra le proposte inviate da Di Sandro. Ha seguito altri canali ma c’è. Non è detto che il candidato alla Camera poi non sia lui.
Ma tornando alla coordinatrice regionale degli azzurri, le ipotesi che la riguardano sono ‘estreme’. O bianco o nero. La prima: come piano B sarebbe pronto un paracadute in altri territori anche stavolta. Ma rispetto a quattro anni e mezzo fa Forza Italia, a fronte di una novantina di uscenti, ha la metà dei voti. Senza dimenticare che il taglio dei parlamentari ha ristretto la coperta per tutti. Quindi, piano C, se non venisse eletta sarebbe già nella rosa di forzisti spendibili per un ruolo da sottosegretario nel futuro governo. Entrambe le ricostruzioni accreditano un peso specifico non indifferente alla giovane parlamentare di Isernia. Esattamente il contrario, invece, della narrazione riportata ieri dal sito Dagospia: «Da giorni il duo Ronzulli-Fascina (la compagna di Berlusconi, ndr) è al lavoro per fare fuori Annaelsa Tartaglione, un tempo pupilla del Cav, alla ricerca spasmodica di un posto in lista – sembra che la Fascina non gradisca le sue mise troppo provocanti. Stessa sorte per Deborah Bergamini: nessuno ha dimenticato le sue trattative con Renzi per entrare in Italia Viva e, soprattutto, i giudizi sprezzanti su Marta Fascina appena entrata in Parlamento. Neanche Tajani riuscirà a salvarla questa volta…».
ppm