Non sarà Federica Vinci a sfidare il segretario nazionale dell’Udc Lorenzo Cesa (indiscrezione che molti ambienti del centrodestra danno per “quasi certezza”) nel collegio uninominale molisano per la Camera. La vice sindaca di Isernia ha deciso, dopo una giornata di confronti con i suoi sostenitori locali e con i vertici nazionali sia di Volt sia del Pd, di tener fede prioritariamente all’impegno assunto con la città a ottobre. Al suo posto, Alessandra Salvatore: avvocatessa, consigliera comunale ed ex assessore del Comune di Campobasso, da sempre dem, da sempre vicinissima all’ex senatore Roberto Ruta. L’impasse che si era creato quando ieri è sfumata l’ipotesi Vinci è stato risolto dunque dal Pd regionale con una candidatura che è anche un investimento per le prossime regionali. La scelta di Salvatore amplia la rappresentanza in una competizione certo difficile – ma che lo stesso Facciolla dice che non è impossibile – a un’area del partito che non è quella di sua stretta ‘osservanza’. In questo modo, il segretario salda un’alleanza interna importante e di impatto in vista dell’appuntamento della prossima primavera.
Ieri sera Facciolla ha comunicato agli organismi la quadra definitiva: al Senato, Rossella Gianfagna (uninominale) e Giuseppe Cecere (proporzionale), alla Camera Alessandra Salvatore (uninominale), Caterina Cerroni (capolista al proporzionale) e lui stesso a completare il mini listino plurinominale. «Sono enormemente felice di proporre la candidatura di tre donne su cinque posizioni disponibili. Tre donne capolista, tre professioniste molto conosciute e stimate. Completa la rosa, Peppe Cecere. Non c’è bisogno di presentazioni nel suo caso, parla la sua storia professionale e personale», il commento del segretario a Primo Piano Molise. «Credo sia chiaro anche il segnale politico – ha aggiunto – della compattezza del Pd e il fatto che noi per primi non diamo per persi i collegi del Molise».
Pochi minuti prima della riunione dem in via Ferrari a Campobasso, Federica Vinci aveva spiegato in una nota i motivi del passo indietro. «La richiesta di candidarmi a queste elezioni politiche da parte del Pd e del mio partito, Volt, è un grande onore: è bello vedere riconosciuto il lavoro che si fa sul territorio. Tuttavia, è proprio a questo territorio e alle sue persone, tra elettori, attivisti e consiglieri comunali di Volt con cui mi sono confrontata in queste ore, che io sono profondamente legata: sono stata nominata vice sindaca appena nove mesi fa e ci sono tantissime cose che stiamo facendo e tantissime altre che non credo – così Vinci – di poter lasciare indietro in questo momento, anche se solo per la campagna elettorale. Ora, sento di dover rispettare quei valori con cui mi sono presentata alla città nove mesi fa: coerenza e coraggio. Il coraggio di dire di no, delle volte, anche se è difficile, e la coerenza di rispettare il proprio mandato e i propri elettori». La 29enne, protagonista a metà giugno al Democracy Summit organizzato a Copenaghen dalla fondazione di Barack Obama, si era detta anche convinta «che il centrosinistra riuscirà a trovare un candidato o una candidata che possa rappresentarci al meglio» assicurando che Volt sosterrà «con forza questa coalizione, proprio perché crediamo sia l’unica alternativa valida nel nostro Paese in questo momento».
Nel pomeriggio, intanto, era arrivata anche la prima dichiarazione dell’ex primario del Cardarelli Giuseppe Cecere da candidato al Senato per i Democratici e Progressisti: «Avverto la responsabilità di rappresentare i movimenti che si battono come forze del cambiamento per una Italia giusta, moderna, solidale rappresentata da persone competenti e per bene. In relazione al mio vissuto l’obiettivo sarà quello di ridare dignità sanitaria ad una terra che ha visto, con l’attuale amministrazione, dissolvere i più banali diritti costituzionali alla salute facendo precipitare il nostro Molise in una anarchia sanitaria. È mia ferma volontà, dopo 35 anni trascorsi in corsia, rimodulare la gestione della salute pubblica riconoscendo come obiettivo primario di bisogno di salute la prevenzione e le cure dei cittadini andando in primis a salvaguardare la migliore delle risorse di cui disponiamo: gli operatori della sanità che 24 ore su 24 per 365 giorni l’anno si occupano di noi».
Sull’altro fronte, prime quasi certezze dunque. In attesa della definizione della griglia, fra Roma e la residenza in Sardegna di Berlusconi, sembra cosa fatta l’assegnazione del seggio maggioritario della Camera all’Udc (fra i 15 ceduti da Fratelli d’Italia ai moderati) e in particolare al leader Cesa. Ottimi rapporti con l’eurodeputato di Forza Italia Aldo Patriciello, conosciuto sul territorio, probabilmente fra tutte le ipotesi di candidati stranieri è la meno distante da maggiorenti ed elettori del centrodestra molisano. Nella quota proporzionale per Montecitorio correrebbero il coordinatore del partito di Meloni Filoteo Di Sandro e, per la Lega, forse il capogruppo a Palazzo San Giorgio Alberto Tramontano oppure (ma anche entrambi perché i nominativi da indicare ai cittadini sono due) la dirigente regionale del Carroccio Tiziana Martinelli. Al Senato, invece, resta un mistero (ancora per poche ore) la scelta per il maggioritario, in quota però a Forza Italia. Al proporzionale, verosimilmente, i nomi sono: l’assessore regionale Nicola Cavaliere per Forza Italia, il presidente del Consiglio Salvatore Micone per Noi moderati, il coordinatore della Lega Michele Marone e la capogruppo a Isernia Elisabetta Lancellotta o la consigliera regionale Aida Romagnuolo per FdI.
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