Ultime ore per definire le liste per le politiche, sono anche le più convulse. Nel centrodestra resta da assegnare una casella, quella uninominale per il Senato. Due le strade: o un candidato straniero o un molisano che però risolva alla coalizione più problemi contemporaneamente. Quindi, andando ai nomi: la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, il patron della Lazio Claudio Lotito oppure il presidente della Regione Donato Toma.
La novità degli ultimi giorni ha preso consistenza nel pomeriggio di ieri, visto l’addensarsi di riunioni operative. L’attuale seconda carica dello Stato potrebbe essere dirottata in Molise per volere di Berlusconi. L’avvocato Niccolò Ghedini, scomparso due giorni fa, avrebbe dato al Cav un ultimo consiglio prima di morire: dai a Elisabetta il mio collegio a Padova. Pare però che l’ex premier preferisca spendere lì il nome della capogruppo di Palazzo Madama Annamaria Bernini e utilizzare per Casellati la circoscrizione che anche lui ha più volte scelto come seggio di elezione. Per Lotito, invece, starebbe spingendo il coordinatore di Forza Italia Antonio Tajani (altrimenti insidiato anche lui nel Lazio dalla presenza del patron della Lazio), la stampa nazionale lo riporta da giorni. Ieri sono circolati anche altri nomi o identikit, tutti rigorosamente di fuori regione. Un quadro molto confuso dove l’unica certezza sembra essere che il centrodestra ha intenzione di colonizzare del tutto le liste molisane. La casella del maggioritario Camera, infatti, è già assegnata al leader Udc Lorenzo Cesa.
Dal Molise si sta provando a resistere, a rivendicare almeno uno dei due seggi per un esponente locale del centrodestra. Si sono fatte le ipotesi di Micone, Niro e Cavaliere. Ma prende invece sempre più consistenza invece un’altra possibilità: se Roma accetta il pressing, il candidato al Senato sarà il governatore in carica, proposto proprio dai vertici nazionali di Forza Italia. Donato Toma ha dato infatti la disponibilità a Tajani qualche settimana fa. Il ragionamento in queste ore a Roma sarebbe stato ripreso. Libererebbe la leadership della coalizione per le regionali del 2023, si appianerebbero i dissapori con Fratelli d’Italia (il coordinatore Di Sandro potrebbe correre al proporzionale per Palazzo Madama puntando su una vittoria ragionevolmente alla portata). La coordinatrice degli azzurri Annaelsa Targaglione, invece, potrebbe essere recuperata come capolista alla Camera. Per le altre caselle, sempre proporzionali, i nomi in ballo restano gli stessi: Micone, Cavaliere, Lancellotta, Marone e Tramontano.
Il centrosinistra invece ha chiuso la pratica giovedì. Tra oggi e domani saranno formalizzati gli ultimi passaggi e lunedì le liste saranno consegnate in Corte d’Appello. Alla Camera corrono Alessandra Salvatore (maggioritario), Caterina Cerroni (capolista Pd) e Vittorino Facciolla che completa il listino plurinominale. Al Senato Rossella Gianfagna (uninominale) e Giuseppe Cecere (proporzionale).

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