Ultime ore per allentare le tensioni, smussare le divergenze e occupare tutte le caselle del puzzle. Stasera alle 20 si chiude la partita che precede la gara elettorale con la presentazione delle liste in Corte d’Appello.
Sono stati giorni frenetici per gli schieramenti alle prese con una complicata e faticosa quadratura del cerchio, molto sofferta soprattutto nel centrodestra dato in vantaggio nei pronostici degli esperti.
A differenza delle Politiche 2018, il 25 settembre il Molise – ‘graziato’ dalla cura dimagrante dei posti in Parlamento – pagherà un prezzo ai big ‘paracadutati’ in regione a cui il proprio partito ha garantito un seggio sicuro. E quelli della XX regione sono considerati ancora tali dai sondaggisti che continuano a colorare il nostro territorio di azzurro, mentre riaprono la partita per Palazzo Madama nel collegio di Potenza, Giugliano in Campania, Roma Municipio V, Genova Ponente, Bari, Prato, Rovereto e Aosta. “Contentibili” ora sarebbero anche i collegi alla Camera di Potenza, Parma, Rimini, Trieste, Roma Municipio X, Cologno Monzese, Sesto San Giovanni, Pesaro, Bari, Cagliari, Nuoro, Palermo Settecannoli, Trento e Aosta.
Lo schema dei ‘catapultati’ è un rito comune a tutte le forze politiche e che si ripete ad ogni appuntamento con le urne, ma che sfavorisce i territori più deboli la cui voce risuona nel deserto anche durante la legislatura.
Alla fine quanti saranno i senatori e i deputati molisani eletti nel prossimo Parlamento? Difficile dirlo con certezza, ma se le previsioni saranno confermate dal responso dell’urna due o forse tre (che potrebbero arrivare a 5 con una vittoria del centrosinistra) visto che i collegi uninominali di Camera e Senato sono stati ceduti rispettivamente al segretario nazionale dell’Udc Lorenzo Cesa e al presidente della Lazio Claudio Lotito, in quota a Forza Italia. A scapito della coordinatrice regionale di Forza Italia, vittima sacrificale di questa pratica di cui aveva però beneficiato nel 2018 quando fu catapultata a sua volta in Puglia ed eletta. Malgrado le quote rosa (ciascun genere va rappresentato almeno al 40%) ma non più (parrebbe) nelle grazie dal cerchio magico di Berlusconi, l’onorevole Annalesa Tartaglione oggi ha dovuto ripiegare sul plurinominale alla Camera, l’unico seggio che sarà assegnato su base nazionale. Un terno al lotto insomma.
Ma tornando ai malumori che si stanno registrando un po’ su tutti i territori compreso il nostro, i colonnelli dei partiti, a cominciare da Tajani (FI), li addebitano quasi esclusivamente alla riduzione dei seggi in parlamento (ne sono stati tagliati complessivamente 345). Una mezza verità perché è altrettanto indiscutibile che gli appetiti si moltiplicano lì dove le probabilità di essere eletti sono più alte. Altrimenti non si spiegherebbe quel piccolo capolavoro confezionato dal Pd in Molise (tre donne capolista!) sulle candidature alle politiche del 25 settembre.

al

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.