Tutti lo considerano il vincitore della partita interna a Fratelli d’Italia, il politico molisano che ha messo a segno un colpo importante anche in prospettiva per le regionali. Ma non chiedetegli dell’assetto del partito in Molise. «Parlo da uomo del centrodestra con la maggiore anzianità di servizio, tutto qui».
Quintino Pallante però ammette: «Si è chiusa una fase, questo sì. La fase delle frizioni è alle spalle. Fratelli d’Italia ha imboccato una strada diversa. Abbiamo due candidati giovani ma già molto apprezzati, che hanno raggiunto risultati professionali e amministrativi con gradualità. Hanno dimostrato il loro valore e dispensano sorrisi. Come FdI abbiamo un grosso potenziale, dobbiamo trasformarlo in voti. Lo faremo con un percorso inclusivo, persone perbene che sono lo spaccato di una fetta di società sempre più ampia che guarda a noi e a Giorgia Meloni come riferimento: operai, professionisti, mondo dello sport. L’obiettivo, che secondo me è alla portata, è diventare il primo partito anche in Molise».
Assessore ai Trasporti, leale con l’esecutivo Toma, Pallante ha incassato la candidatura di Costanzo Della Porta al proporzionale del Senato. «A lui mi lega un’amicizia ventennale. Si è formato nelle giovanili del partito, sindaco, avvocato, ha sempre dimostrato rispetto per le istituzioni». Capolista alla Camera, la capogruppo al Comune di Isernia Elisabetta Lancellotta, tra gli esponenti di area della società civile che Meloni ha voluto per rinnovare la rappresentanza parlamentare. «Sono molisani. Il che, lo dico convinto, non è un pre requisito». Beffato anni fa dall’opzione di Berlusconi per il seggio del Molise, va controcorrente e non grida allo scandalo per i paracadutati Cesa e Lotito. «Queste scelte non sono figlie del nostro piccolo peso – osserva – ma del fatto che il sistema elettorale, dopo l’eliminazione delle preferenze, consegna le decisioni alle segreterie romane. E le decisioni sono le medesime in Molise, in Basilicata, in Toscana dove invece sono state prese dal centrosinistra per Fratoianni per esempio. Che differenza c’è fra Lotito in Molise e i il seggio per la moglie di Franceschini o di Fratoianni stesso. E ancora, che differenza c’è fra Lotito e i 15 del listino di Conte, nei 5s, che non sono stati catapultati da noi solo perché qui non c’è possibilità di elezione?». Cesa, poi, aggiunge, è il leader di un partito nazionale, «un valore aggiunto rispetto a quel che potrà fare in Parlamento per il Molise. Mi chiedo e chiedo: meglio avere Cesa come rappresentante o Di Marzio, che in questa legislatura neanche un ordine del giorno ha prodotto per la sua terra?».
Un fiume in piena l’assessore. Ma non parlategli del coordinamento di Fdi, né del coordinatore Di Sandro che ha rinunciato alla candidatura dietro Lancellotta dicendo: uno schifo. Se ne parlerà dopo il 25 settembre. «Adesso è importante raggiungere il risultato, che quello del centrodestra cioè sia in linea con il dato nazionale. Per il resto – conclude – io non ho bisogno di medagliette. Sono abituato per mestiere ad avere a che fare coi problemi da risolvere, coi conti. Soddisfazioni poi ne ho davvero tante. Pensi che oggi ho accompagnato una delle mie figlie all’esame per la patente. E domenica porterò l’altra all’altare…».
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