Entra comunque la campagna elettorale per le politiche del 25 settembre e tocca pure in Molise i temi principali del dibattito nazionale. La capolista al proporzionale per la Camera di Azione-Italia Viva Giuseppina Occhionero è intervenuta ieri sul caro energia, la vera emergenza del momento. «Abbiamo notato tutti, in queste settimane, l’aumento del costo delle bollette e sappiamo che questa situazione potrebbe continuare a peggiorare se non troviamo presto un rimedio efficace. Noi prevediamo di fare del Sud un polo centrale per l’approvvigionamento e per la produzione di energia. Il Molise in particolare – ha dichiarato la deputata uscente – può diventare un luogo privilegiato di produzione di energia da fonti diverse e aiutare a tagliare il costo delle bollette. Così creeremo lavoro per il nostro territorio, taglieremo il costo delle bollette e, soprattutto, potremo avere un ruolo centrale e fondamentale per tutto il Paese».
Mentre nel centrodestra ha ufficializzato il suo dissenso Rosario De Matteis, il cui nome era circolato fra i papabili candidati locali all’uninominale del Senato ma poi non se ne è fatto nulla. Oggi sindaco di San Giuliano del Sannio, in passato più volte assessore regionale del centrodestra e poi presidente della Provincia di Campobasso, prende le distanze dalla coalizione, almeno per questa tornata
«Dopo anni di buio nei quali emergeva la debolezza del Molise nel Parlamento, debolezza numerica ma anche di peso politico, era questo il momento della reazione, della speranza, del cambiamento. E mi riferisco alla coalizione di centrodestra che in base ai sondaggi, resta favorita, ma – ha argomentato De Matteis in una lettera aperta – i numeri e le statistiche non possono tener conto dei sentimenti, delle aspettative, delle esigenze e dell’amarezza ingenerata da decisioni infauste che vedono nel Molise candidati raccomandati. Non sussistono altri termini: gente che non conosce la nostra regione, la gente, gli amministratori, che viene catapultata qui, forte di seggi ritenuti blindati. Ebbene, il Molise ha dato spesso prova di essere in controtendenza, ha spesso dimostrato che la sacralità del campanile non si tocca. Da amministratore, senza nulla togliere ai candidati non molisani sui quali non mi esprimo, annuncio il mio distacco da questa tornata elettorale e chiedo ai molisani di protestare contro queste scelte romane, che calpestano la nostra identità, sono irrispettose del Molise e non rendono giustizia ad una terra già mortificata da troppe scelte non condivise dal territorio. Dimostriamo che siamo in grado di rispedire al mittente queste scelte scellerate. Sveglia molisani, reagite a questi soprusi e valutate attentamente le giuste ed opportune contromisure. Mi domando, dal 26 settembre, come possa un sindaco, un consigliere regionale, insomma come possa interagire un amministratore locale, con chi non conosce nulla sul Molise: problemi, tradizioni, peculiarità, storia, usi, costumi, esigenze. Mi domando cosa debba legiferare un parlamentare completamente scevro dal tessuto sociale che lo ha eletto. Mi chiedo come possa un parlamentare paracadutato in Molise, rappresentare un territorio che non conosce, e preferirà il luogo dove vive. E chi vi parla ne ha contezza, credetemi». Ha concluso assicurando di non provare «rabbia o rancore» ma di vedere «continui passi indietro e mortificazioni per la propria gente e la propria terra». Lontano, quindi, da questa campagna elettorale perché Roma «gioca a scacchi con la mia regione».

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