Stamattina al Centrum Palace è al fianco della squadra di Forza Italia. In questa intervista realizzata qualche ora prima del debutto da candidato del centrodestra al maggioritario del Senato, Claudio Lotito rende chiare le sue intenzioni: non sarò di passaggio in Molise, dice. E ai tifosi del Campobasso offre, è il caso di dirlo, un paracadute. Un appiglio concreto per provare a realizzare la suggestione delle ultime ore: che cioè il patron della Lazio possa contribuire a risollevare le sorti del Lupo.
Claudio Lotito: imprenditore romano di successo e presidente della Lazio, candidato del centrodestra in Molise. La scelta di assegnare a lei l’uninominale del Senato ha suscitato molte polemiche qui in regione, anche nella coalizione che la sostiene. Ci racconta come è andata?
«Nella scorsa legislatura, nonostante la Giunta per le elezioni abbia riconosciuto la mia legittimità ad entrare in Parlamento grazie al riconteggio dei voti, sono stato penalizzato dai continui rinvii dell’Aula del Senato che avrebbe dovuto mettere all’ordine del giorno la mia proclamazione. Quindi, pur avendone il diritto, mi è stato impedito di prendere parte al lavoro e alle decisioni dell’organo legislativo. Con la chiusura anticipata della legislatura, ho ritenuto di mettere a disposizione ancora una volta la mia persona e la mia esperienza di imprenditore per la parte politica a cui mi sento più affine. Questa disponibilità è stata colta da Forza Italia, da Berlusconi in primis, insieme agli alleati di coalizione, Fratelli d’Italia, Lega e Centristi, che mi hanno candidato all’unanimità in Molise».
Si sente un paracadutato? E alle polemiche cosa risponde?
«Mai avuto un paracadute in vita mia. Lo dimostra la mia storia. Così come i risultati che ho raggiunto non partendo certo da posizioni di vantaggio. I latini dicevano “Facta non verba”. Le polemiche sono fisiologiche e appartengono a tutte le campagne elettorali. Oggi vengono sollevate da chi riteneva di avere più titolo del sottoscritto a lottare per quel seggio in Parlamento e rappresentare gli interessi di una regione come il Molise. Personalmente sono dell’idea che la storia di ogni persona possa essere utile per indirizzare i partiti sulla scelta dei candidati, soprattutto sul collegio dove candidarli. Chi si impegna come me nell’impresa, nello sport e nel sociale sa dove può risolvere i problemi e, quindi, riscuotere consenso, ma il sistema ormai consolidato è questo, uninominale e liste bloccate, perciò sono le forze politiche a indicare dove ritengono che un candidato sia in grado esprimere al meglio le proprie potenzialità e, di conseguenza, raccogliere simpatie e voti. Nessun paracadute, ripeto, ma una scelta consapevole di chi possa rappresentare al meglio gli interessi, in questo caso, di una intera regione con le sue caratteristiche e le sue specificità. Ed è proprio quello che intendo: fare diventare grande il Molise».
Che rapporti ha col Molise e con i dirigenti molisani del centrodestra?
«Costruttivi e di grande collaborazione. Dimostrerò nei fatti che in Molise non sono solo di passaggio: porterò in Parlamento, mi auguro dalla maggioranza, quelle istanze che il territorio si attende vengano portate avanti. Per questo mi confronterò a partire da oggi, con quanti vivono il territorio e lo vivono da più tempo di me. Ho la fortuna di avere nel partito che mi ha espresso e nei suoi alleati una classe dirigente solida e radicata. Mi metterò quindi in ascolto di chi vive il territorio e di chi ha fatto politica a livello istituzionale e nel sociale. Di chi rappresenta gli interessi economici e imprenditoriali del Molise. Voglio approfondire da subito le urgenze e i problemi, mi rimboccherò le maniche e farò squadra con i rappresentanti del territorio come sono abituato a fare in tutti gli ambiti in cui ho lavorato, per trovare le soluzioni alle istanze delle persone e delle categorie. È ora di remare tutti insieme dalla stessa parte per ottenere la rappresentanza in Parlamento e metterla al servizio del Molise».
Che campagna elettorale sarà la sua?
«Come quella della passata legislatura. Porta a porta, un centro di ascolto delle istanze, un solido legame con i rappresentanti dei partiti della coalizione a livello istituzionale e politico. Ma sono il candidato di una parte che punta ad allargare il perimetro dei consensi a chi pensa che io possa rappresentarlo con serietà a livello nazionale grazie alla mia esperienza, maturata in una vita di impegno professionale, imprenditoriale, sportivo e sociale. La mia sarà perciò una campagna incentrata solo sui temi e per nulla sulle polemiche in cui qualcuno vorrebbe trascinarmi. Il Molise non è una regione di Serie B: le sue necessità valgono quanto quelle delle Regioni più grandi. La sua voce deve sentirsi alta in Parlamento».
Perché i molisani dovrebbero scegliere Lotito per farsi rappresentare a Palazzo Madama?
«Perché parla la mia storia che è sempre stata contraddistinta dalla caparbietà, dal sacrificio e dall’impegno per raggiungere sempre tutti gli obiettivi che mi sono prefisso e in cui ho creduto. Quando prendo un impegno lo mantengo: il mio impegno per i prossimi anni è il Molise. Perché manterrò il contatto con chi mi ha espresso il suo consenso, perché c’è bisogno di una voce forte e decisa che non dimentica e che porta fino in fondo gli interessi di una comunità, c’è bisogno di chi punta a perseguire e raggiungere gli obiettivi che si prefigge».
Ha mancato per un soffio l’elezione nella passata legislatura. Ha vinto il ricorso ma è stato beffato dai tempi, notoriamente lunghissimi, che il Parlamento si concede per adeguarsi a sentenze del genere. Adesso ci riprova. La politica deve piacerle molto…
«Come dicevo prima, è stata compiuta un’ingiustizia nella scorsa legislatura e non lo dico io ma un organo terzo come la Giunta delle Elezioni del Senato. La politica mi ha sempre appassionato e ho cercato di farla, direttamente o indirettamente in tutte le mie attività. Occuparsi della polis e del bene comune. Questo è il senso della politica per me. Quello che intendo continuare a fare, adesso ancora di più per il Molise, che merita la giusta rappresentanza a livello nazionale. So di poter dare un contributo da imprenditore che conosce le conseguenze economiche e sociali delle scelte che si prendono».
L’Italia e il Molise stanno vivendo uno dei momenti più difficili degli ultimi decenni dal punto di vista socio-economico. Il mondo produttivo vive una crisi energetica senza precedenti. La sua ricetta.
«In questo momento l’Italia e il Molise sono accomunati da un unico destino, per questo la rappresentanza nazionale della regione può essere un volàno forte per ottenere un riconoscimento ti adeguato alle istanze locali. La crisi energetica è il primo grande impegno che il nuovo governo dovrà affrontare e sono certo che il nostro Paese troverà la forza e le capacità per affrontarlo come ha fatto in passato con le altre crisi energetiche e in questi anni con la pandemia. Ho le mie idee, frutto dell’esperienza e delle competenze di cui mi circondo, perciò mi confronterò con gli esperti del settore per proporle in modo adeguato, nell’interesse della comunità per la quale mi candido e che mi onoro di rappresentare, fermo restando che la politica nazionale deve indirizzarsi allo sviluppo dei territori meno attenzionati. In Molise vanno affrontate alcune priorità che riguardano lo sviluppo dell’industria e dell’impresa in genere, per combattere la disoccupazione giovanile attraverso agevolazioni fiscali ad hoc e finanziamenti mirati per la maggior valorizzazione di eccellenze culturali, enogastronomiche e del patrimonio naturalistico incontaminato. Il mio impegno sarà anche rivolto al potenziamento delle infrastrutture, a partire da una rete ferroviaria moderna e da un sistema stradale che consenta spostamenti veloci, per arrivare al turismo. Il Molise deve sviluppare naturalmente il turismo invernale, avendone le risorse naturali e le capacità imprenditoriali: la gente deve andare a sciare da Napoli/Roma a Campitello Matese e a Capracotta mentre oggi va solo in Abruzzo. Quindi potenziare gli impianti, la ricettività ed offrire ai turisti quello che offrono le altre località e anche di più (come ho detto, nuclei culturali ed enogastronomici oltre alle eccellenze peculiari del territorio). Ma il Molise ha anche il mare, con la costa di Termoli e la possibilità di raggiungere le isole Tremiti che sono il paradiso dei sub. Anche sul mare è necessario il potenziamento delle strutture e del richiamo turistico, trattandosi di uno dei più suggestivi litorali dell’Adriatico».
È già accaduto con la Salernitana: comprerebbe o comunque aiuterebbe il Campobasso? Da quando la notizia della sua candidatura ha cominciato a circolare, la piazza si è fatta molto affascinare da questa ipotesi. O suggestione?
«La mia attività in Figc e in Lega è sempre stata orientata all’interesse del movimento calcistico italiano. Sarebbe troppo facile per me alimentare suggestioni di questo tipo. Non è così che voglio intendere il mio rapporto con i cittadini elettori. Ho portato la Lazio dal rischio del fallimento ad altissimi livelli e la Salernitana dalla serie D addirittura alla promozione in A. Guarderò il calcio in Molise da appassionato e con occhio competente. Gli sviluppi eventuali in futuro non li posso prevedere oggi, né utilizzarli in maniera strumentale per qualche voto in più. Posso dire comunque di essere a totale disposizione della collettività molisana per trovare le soluzioni migliori, ivi compreso il mio coinvolgimento in prima persona per riportare il calcio molisano nel campionato professionistico, come meritano i suoi tifosi».
Il centrodestra parte col favore dei pronostici, i due collegi maggioritari del Molise sono considerati blindati o comunque sicuri. Si sente già in Parlamento, presidente Lotito?
«Sono abituato a tirare le somme e dopo il triplice fischio finale dell’arbitro. E sono abituato fino ad un secondo prima a lottare per il risultato in cui credo. Ho anche una grande fede che mi sostiene nei momenti di incertezza e che mi rende ancora più forte nelle mie convinzioni. Insomma, bisogna credere e impegnarsi fino all’ultimo. Quando si cerca il bene comune, non esistono traguardi ma solo tappe intermedie da raggiungere, per poi guardare ancora avanti nell’interesse della comunità che si rappresenta. Pensiamo a fare una bella campagna elettorale e il risultato verrà da sé».
rita iacobucci