Puntano a portare a casa, il 25 settembre, la percentuale di Forza Italia più alta del Paese. E Annaelsa Tartaglione, coordinatrice regionale degli azzurri e deputata uscente ricandidata come capolista alla Camera (posizione non facilissima), si dice sicura che il risultato in Molise è alla portata. Una sfida agli alleati, in primis FdI che viaggia col vento dei sondaggi a favore. Ma la XX Regione è sempre stata moderata dentro e i forzisti, alla prima con la stampa, schierano tutti i big a disposizione. Innanzitutto il coordinatore nazionale Antonio Tajani e poi i candidati negli uninominali di Camera e Senato, ‘stranieri’ anche loro, Cesa e Lotito.
Nel fuoriprogramma che chiude l’incontro è l’eurodeputato Aldo Patriciello a suonare la carica chiedendo di confutare l’accusa di colonizzazione che gli avversari (e non solo) hanno rivolto ai vertici del centrodestra: «Il Molise perde 5mila abitanti all’anno, sta morendo. Per rappresentarlo in Parlamento servono persone autorevoli ed efficaci. Meglio essere nati ad Arcinazzo o in Abruzzo e lavorare per portare questa terra fuori dall’isolamento e non a Venafro o Termoli e non fare nulla. Nella passata legislatura – la sua stoccata alla delegazione uscente dei 5 stelle – c’è chi ha proposto 15 interrogazioni contro e la sanità e l’imprenditoria del Molise».
Gli azzurri molisani serrano i ranghi, compatti attorno alla Tartaglione che più volte si commuove durante l’incontro con gli organi di informazione. Il tempo delle polemiche è finito – aggiunge l’assessore regionale all’Agricoltura Nicola Cavaliere, in lizza al proporzionale per Palazzo madama – chiederemo il voto ai molisani casa per casa perché il primo nemico è l’astensionismo. Casa per casa, con sé, porterà anche Lotito. A suo parere, il presidente della Lazio ha entrature e know how per valorizzare le istanze del Molise – per esempio quelle infrastrutturali – e concretizzare soluzioni. Non dimentica l’emergenza cinghiali né di attaccare i 5s che con la mancata firma del ministro Patuanelli al decreto concordato con le Regioni, «hanno preso in giro venti governatori e venti assessori regionali».
La coalizione del fare – evidenzia sulla stessa linea d’onda il consigliere di Palazzo D’Aimmo Armandino D’Egidio, numero 2 del listino proporzionale della Camera dietro Tartaglione – è il centrodestra che con l’allora governo Berlusconi permise di avere scuole sicure ai centri del Molise così duramente colpito dal sisma di San Giuliano di Puglia.
Tajani contestualizza la campagna locale nei grandi temi nazionali ed europei, per esempio la diminuzione dell’imposizione e la pace fiscale. Sullo sfondo il via libera a Palazzo Chigi per fronteggiare con nuove misure il caro energia, l’ex presidente dell’Eurocamera ricorda che con il governo Draghi ha avuto accoglimento la richiesta di Forza Italia di destinare il 40% dei fondi Pnrr al Sud. «Con questa squadra il Molise può salire in testa alle Regioni del Mezzogiorno», si dice convinto. Anche perché la squadra annovera un «terremoto umano», così definisce Lotito. «Un’opportunità, una risorsa per questa regione, poco conta che non sia nato qui».
Nonno materno di Amatrice e Campotosto, oggi Lazio ma allora Abruzzi (fino al 1927, ndr), ricorda il patron della Lazio che non ha la familiarità che ha per esempio Lorenzo Cesa con il collegio che gli è stato assegnato ma non gli sono estranee le aree interne (Amatrice appunto) e per i prossimi 20 giorni, assicura, si trasferisce qui. Del Molise conosce le potenzialità e non perché le ha studiate su internet, precisa. Sul telefonino, spiega mentre tira fuori un cellulare che non è smart, lui non ha Google. «Conosco l’importanza di questa regione, i molisani nonostante tutto resistono qui e dimostrano di saper fare eccellenza in tanti campi». Certo, per arrivare ha impiegato ore, le strade sono del 1960. All’arrivo poi ha trovato tifosi del Lupo (e l’ex presidente Adelmo Berardo, ndr). «Il calcio deve essere un’espressione mediatica del territorio», dice confermando che non vuole alimentare speranze promettendo che comprerà il Campobasso ma è a disposizione per riportarlo fra i professionisti. «Non voglio essere uno straniero né un invasore ma uno di voi, ma vostra cassa di risonanza a Roma con la caparbietà che mi ha sempre contraddistinto».

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