Sui social, e c’era da aspettarselo, una valanga di reazioni. Ma anche in redazione sono arrivate numerose repliche all’intervista che Claudio Lotito ha rilasciato a Primo Piano Molise.
Con la candidata del centrosinistra Rossella Gianfagna c’è stato un botta e risposta, tutto a distanza ma serrato. Presentandosi alla stampa, la preside campobassana qualche giorno fa ha dichiarato: Lotito? Non lo conosco, sono della Juve. E aggiunto: non è un mio problema, ma del centrodestra che lo ha candidato. Giunto al Centrum Palace per la conferenza della squadra di Forza Italia, il patron della Lazio ieri ha replicato: la mia diretta concorrente si fa pubblicità utilizzando me. Gianfagna non si è fatta pregare. «Priorità delle priorità: il calcio. Lotito è arrivato in Molise e la nostra regione ha già un futuro diverso, tutte le emergenze del nostro territorio hanno già una soluzione. Siamo in una botte di ferro. A più riprese ribadisce alla stampa molisana, e, tramite i cronisti, a tutti i cittadini di volersi tenere lontano da ogni facile strumentalizzazione, eppure le parole “calcio”, “Campobasso”, “coinvolgimento diretto non escluso” diventano i concetti che più infervorano il patron biancoceleste», ha controbattuto. Ricordando poi al competitor «che mi accusa di farmi pubblicità utilizzando il suo nome, che il Molise è una regione, un territorio con tante ferite aperte. Vengo dal mondo della scuola e dello sport, non ho bisogno di lezioni sull’importanza di tutte le discipline sportive, a cominciare dal mondo del calcio e dalle delusioni subite e sofferte dai tifosi, ma vedere che questo è il solo terreno sfruttato per banali ammiccamenti mi sconforta e mi offende prima di tutto come cittadina. Per fortuna, i molisani sanno leggere oltre e interpretare a dovere».
Bersagliato sul calcio, Lotito, anche dal prof Riccardo Pazzagli, in lizza sull’uninominale del Senato con Unione popolare De Magistris. «Il problema del Molise non è il calcio a Campobasso. I problemi di questa regione sono il lavoro, i servizi e i diritti di una popolazione, sono le opportunità culturali e professionali che consentano ai giovani di restare in un territorio reso marginale dai vostri governi.
Bisogna ritrovare e ridare valore ai motivi per restare, per tornare, per venire. Uno di questi è: cambiare le politiche regionali e nazionali, nei contenuti, nei metodi e nelle persone. Voi avete sottratto a questa terra opportunità, servizi, speranze. Ora – così Pazzagli – è venuto il tempo di cambiare rotta. Noi di Unione Popolare vogliamo ridare voce a chi l’ha perduta, promuovendo uguaglianza e giustizia sociale e ambientale, con persone credibili e coerenti, fuori dalle logiche di potere e dagli affari».
Nicola Lanza, anche lui in corsa per Palazzo Madama sul maggioritario, ha rivendicato: l’alternativa a Lotito siamo noi di Italia Sovrana e popolare. «Posso immaginare il suo impegno – ha detto – in continuità con chi il Molise lo ha affossato in questi lunghi anni, parole buone per i polli della vecchia Sam di Boiano, l’azienda partecipata che hanno affossato i suoi sostenitori e referenti politici nostrani. Il Molise è il Sud del Sud, basta guardare i dati Istat, gli indicatori di povertà familiare che superano di cinque punti quelli nazionali o gli indici di disoccupazione nel Molise, ma il nuovo aspirante senatore preferisce affidarsi al consulto e all’ascolto dei suoi alleati del centrodestra, quelli che hanno contribuito a destrutturare sanità e università nel Molise, quelli che vogliono il regionalismo differenziato per continuare a togliere risorse al sud quando esiste una questione meridionale che deve essere rimessa sul tavolo politico».