Arrivato poco prima delle 11 in piazza Pepe per una visita al Savoia Lounge Bar gestito da un amico di infanzia, radici comuni ad Amatrice, il patron della Lazio Claudio Lotito è andato via alle 14. I suoi collaboratori hanno dovuto faticare per convincerlo. Appuntamenti fissati con imprenditori, rappresentanti del terzo settore e della società civile e cittadini comuni che si fermavano a chiacchierare con lui dopo averlo immediatamente riconosciuto: Lotito sarebbe rimasto ancora lì ad ascoltare e prendere impegni. O meglio l’impegno, quello che ripete da quando il 29 agosto è arrivato per la presentazione della sua candidatura e quella degli altri esponenti di Forza Italia: «A voi molisani servono rappresentanti competenti ma anche determinati. La mia storia personale e professionale, le mie conoscenze nelle istituzioni romane e il mio dato caratteriale sono quello che ci vuole».
L’amico di infanzia è Piero Stella, proprietario del bar che da molti anni è diventato punto di riferimento della piazza considerata il ‘salotto’ di Campobasso. Originario di Amatrice, paese in cui Lotito trascorreva tutte le estati dai nonni e dai parenti della madre, ha invitato il conterraneo illustre per un caffè. Come dichiarato al suo debutto, Lotito si è stabilito in Molise per la campagna elettorale, quindi il suo staff ha organizzato alcuni incontri in piazza Pepe ieri mattina. Strette di mano, selfie, video poi postati sui social. Ma anche confronti su questioni irrisolte, come lo sviluppo della stazione sciistica di Campitello Matese. Breve ma operativo il briefing con l’amministratore di Funivie Molise Fausto Parente. Tra gli imprenditori che hanno avuto un contatto diretto ieri mattina con Lotito anche il patron di Atm Giuseppe Larivera.
Quattro chiacchiere anche con il presidente del Lions di Campobasso Eugenio Astore. E con i commercianti della zona. In mezzo, decine di telefonate. «Fai una cosa, chiama la segreteria del Papa e…». Questa probabilmente era di lavoro, la Lotito Holding gestisce il global service per i Ministeri e non solo…
«Non vi mollo, vi stancherete di me», ha detto al capannello di persone che lo aspettavano appena è riuscito a rimettere in tasca i cellulari. «Qui continuo a trovare grande laboriosità, gente che lavora, produce ma anche tanta rassegnazione. L’ho già detto, come i Malavoglia. Invece non c’è motivo. C’è bisogno, questo sì, che Roma prenda in considerazione le vostre istanze». Sul fronte del Gemelli, con il paventato stop alla radioterapia perché è terminato il budget assegnato, ancora in queste ore è tornato a contattare il Mef per illustrare i motivi di uno splafonamento ritenuto necessario dal presidente della Regione Toma. «Ma poi non si può fare il paragone col quartiere di Roma, i molisani sono diciamo 300mila (non più ormai, ndr) ma vivono sparsi su un territorio difficile, ci vogliono strutture sanitarie di prossimità».
Intanto è entrato nel bar un tifoso biancoceleste, gli ha chiesto di comprare Messi. Lui ha glissato. «Ma mi voti? Me devi vota’…», ha riattaccato con un elettore che già sembrava convinto. «Voi un po’ ormai mi conoscete, io non mollo mai. Come il coro per la Lazio, no? Non mollare mai…».
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