‘Fortino’ dell’assessore regionale Vincenzo Niro, Baranello rappresenta una tappa importante in un percorso che potrebbe portare Claudio Lotito a ricoprire il ruolo di senatore della Repubblica per il Molise. Con il patron della Lazio anche Annaelsa Tartaglione e Nicola Cavaliere, candidati di Forza Italia sul proporzionale alla Camera e al Senato, e Vincenzo Niro, padrone di casa a Palazzo Zurlo insieme al sindaco Riccardo Di Chiro e al vice Giovanni Petrecca. Anche qui, di fronte ad una numerosa platea, Lotito ha ribadito la sua ricetta per dare forza e dignità a una regione che non ha cittadinanza sui tavoli romani. «Sanità, infrastrutture stradali e digitali, e lavoro sono temi troppo seri in Molise per essere lasciati nell’orbita politica di amministratori che in 5 anni hanno fatto ‘zero’ per questa terra» ha detto tra le altre cose con un chiaro riferimento ai 5 Stelle. «Il Paese si governa con le istituzioni – ha proseguito – è lì che bisogna rivendicare i propri diritti».
Contro una politica dei numeri che ha penalizzato una regione con meno di 300mila abitanti, Lotito ha preso impegni solenni per rappresentare le esigenze del territorio e dei molisani in Parlamento. «Voglio il rispetto dei diritti e delle regole» ha concluso battendo forte la mano sul tavolo e dando l’impressione di avere a cuore davvero le sorti di questa terra. Al termine dell’incontro gli è stato consegnato un dono che coniuga l’artigianato autentico di Baranello al digitale. Si tratta di un lavoro fatto a mano in argilla locale che raffigura il Molise. In seconda cottura, in fotoceramica, è stata applicato in digitale il logo della Lazio. Oggetto graditissimo dal patron dei biancocelesti e realizzato da Paolo Niro. Prima dell’incontro con amministratori e cittadini a Palazzo Zurlo, Lotito ha avuto un colloquio anche con don Michele Socci.
All’ora di pranzo un fuoriprogramma all’insegna della condivisione autentica a Filignano. Di passaggio in paese, il presidente della Lazio è stato invitato a fermarsi e a pranzare. Anche qui ha ribadito di non essere solo di passaggio ma di voler essere un paladino a difesa di tutti.