I 5 stelle respingono gli attacchi di questi ultimi giorni rispetto alla sanità. Il candidato del centrodestra al Senato Claudio Lotito, in particolare, ha fissato il tema dell’assistenza fra le sue priorità e accusa i pentastellati di immobilismo durante la legislatura ormai conclusa. Ma il Movimento, che ieri ha detto la sua simbolicamente davanti al Cardarelli, ne ha pure per il centrosinistra.
«Parlano di azzeramento del debito ma dimenticano che la Regione Molise in sanità ogni anno chiude il bilancio con un passivo tra i 20 e i 40 milioni di euro. E tutti dimenticano che il Molise è la seconda regione d’Italia per risorse economiche ricevute dallo Stato in proporzione al numero degli abitanti. Tutto ciò significa che i soldi ci sono ma sono spesi male e bisogna ripartire da qui, da un’attenta gestione delle risorse per risollevare il sistema sanitario regionale».
Queste, hanno spiegato i candidati al Parlamento Riccardo Di Palma, Annamaria Belmonte e Marika Del Mirto, sono le priorità: «Rafforzare il servizio del 118 visto che troppe sedi sono prive di medico e rendere interamente pubblica la rete dell’emergenza-urgenza. evitare ricoveri impropri in modo da decongestionare pronto soccorso ed ospedali; potenziare rete territoriale e assistenza domiciliare usufruendo dei fondi del Pnrr ottenuti da Giuseppe Conte, non da altri, per dare respiro al personale in sofferenza da anni. Inoltre bisogna restituire centralità e unitarietà al Sistema sanitario nazionale, quindi superare la frammentazione dei servizi sanitari regionali ridando allo Stato, in via esclusiva, la competenza in materia di tutela della salute».
Cavallo di battaglia, poi, il riequilibrio nel rapporto pubblico-privato. «Soprattutto nel Molise dove – sostengono i 5s – il presidente-commissario è sponsorizzato dal proprietario della più grande clinica privata, ma questo non vuol dire essere contro le eccellenze del privato. Noi siamo convinti che questo debba affiancarsi al pubblico, non sostituirlo, e per farlo il sistema sanitario pubblico regionale deve poter erogare servizi di qualità, soprattutto quelli essenziali, quelli salvavita».
Rivendicano poi il lavoro svolto dal parlamentare Federico. Nel 2021 l’emendamento «per affiancare il personale Agenas alla struttura commissariale e soprattutto per sbloccare 40 milioni, 25 di vecchie premialità e 15 di contributo di solidarietà: un’operazione boicottata dal presidente Toma e dal centrodestra». Quanto ai privati accreditati, «nella legge finanziaria del 2021 Antonio Federico, non altri, ha presentato la proposta di far anticipare allo Stato le risorse con cui pagare l’extrabudget per i pazienti di fuori regione, in modo da garantire maggiori risorse economiche al Molise. Il governo ha accettato la proposta ma non lo ha fatto la Conferenza delle Regioni a maggioranza centrodestra e dove siede Donato Toma. Lo stesso Toma presente anche in Conferenza Stato-Regioni dove si decidono le regole d’ingaggio, come il decreto Balduzzi che va certamente rivisto ma coinvolgendo i territori».
E ancora, hanno rivendicato, il confronto fra sindaci e ministero della Salute, l’arrivo degli ispettori durante la pandemia, dopo l’interrogazione di Federico, gli esposti dei consiglieri regionali e le segnalazioni del sindaco di Campobasso Gravina. «Sono fatti», concludono, come lo sono la carenza di personale irrisolta, l’assenza di un centro Covid in Molise e il mancato utilizzo dei moduli di terapia intensiva. «Non bisogna dimenticare le responsabilità di chi ha messo in ginocchio la sanità ma neanche chi ha contribuito al bene del sistema».