Verso le politiche con la prospettiva delle regionali di primavera. La Lega, dice il suo leader a Campobasso, ha le idee chiare: «Mi sembra evidente che qualcosa non abbia funzionato al meglio in questi anni, bisogna fare anche autocritica». Non sarà l’uscente Toma il candidato? I giornalisti insistono, lui non si sottrae: «Verrà giudicato dai molisani», risponde. Poi aggiunge, mentre da qualche parte nel parterre c’è un esponente di peso della giunta (Vincenzo Niro evidentemente da vice presidente nazionale dei Popolari): «Sui nomi sceglierà la squadra, sicuramente alcuni passaggi dell’attuale presidente non sono stati particolarmente brillanti, mettiamola così. Però una cosa per volta».
Parla al suo popolo, Salvini, quello deluso per l’uscita dal governo di Palazzo Vitale. Le fibrillazioni interne al partito non hanno aiutato, ma con Toma – quando il presidente ha deciso di sostituire Marone con Filomena Calenda – il rapporto si è rotto. Le dichiarazioni dell’ex ministro dell’Interno dimostrano che i margini per riparare non ci sono. Non oggi, almeno. «È necessario rimettere al centro il diritto alla salute per tutti i molisani – tira dritto Salvini – aiutare questa terra a ripianare un debito sanitario che evidentemente non è colpa dei cittadini e poi ripartire con più velocità, con più aperture e meno chiusure. In questo momento la Lega in Regione Molise non c’è, non vedo l’ora di tornarci».
La pioggia lo costringe ad accorciare il comizio in piazza Vittorio Emanuele, ma non ci rinuncia. Insieme a lui sul palco, i candidati del Carroccio al proporzionale Michele Marone, Rita Colaci e Alberto Tramontano e i competitor del centrodestra all’uninominale di Camera e Senato Lorenzo Cesa e Claudio Lotito. Salvini ribadisce i temi della campagna 2022: sforamento di bilancio per aiutare imprese e cittadini a fronteggiare la crisi energetica, gli aumenti delle bollette che sono emergenza nazionale, cancellazione della legge Fornero, stop agli sbarchi di clandestini – entra in Italia solo chi ne ha diritto (e mentre Salvini lo dice colpisce l’immagine di una giovane mamma di colore con il suo piccolo e i palloncini della Lega) –, flat tax estesa ai lavoratori dipendenti fino a 70mila euro lordi, sanità, infrastrutture e lavoro le questioni prioritarie da risolvere in Molise.
Dopo il comizio, un punto stampa molto affollato. È preoccupato per l’audizione del sottosegretario con delega ai Servizi Gabrielli sul dossier Usa che afferma che la Russia ha pagato i partiti di 20 Paesi in questi anni? Assolutamente no, risponde, «mai chiesti né presi» i rubli. Quelli, ripete, semmai li riceveva il Partito comunista italiano. Si torna al Molise e alle sue pene. La sanità, serve un contributo straordinario dello Stato, si impegna Salvini, come avvenuto per alcune città che rischiavano il default e per la Calabria. Anche
in Svezia hanno vinto i sovranisti. «È il bello della democrazia…», gongola. «Se anche nella democratica e green Svezia hanno mandato a casa la sinistra vuol dire che fra dieci giorni tocca a noi».

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