Il volontariato al primo posto dell’agenda politica. Questa la sollecitazione lanciata ai partiti e ai candidati alle politiche del 25 settembre dal presidente del Csv Molise Gian Franco Massaro attraverso le colonne di Primo Piano Molise.
«Non solo condividiamo l’analisi del presidente Massaro, ma siamo pronti a fare la nostra parte, fin da ora», risponde la candidata del centrosinistra all’uninominale del Senato Rossella Gianfagna. «Il terzo settore non può essere lasciato indietro – prosegue Gianfagna – o, peggio ancora, solo. Non è possibile che la Regione Molise, come denuncia Massaro, sia l’unica a non destinare risorse proprie aggiuntive al mondo del volontariato. È un’ingiustizia perché colpisce realtà che generano e offrono servizi laddove le istituzioni pubbliche non riescono a garantirle. Il terzo settore, con la sua rete di associazioni, molto spesso riempie spazi vuoti e desolati che significano assenza di sostegno a chi più ha bisogno. È nella cultura e nella sensibilità del centrosinistra occuparsi e preoccuparsi delle tantissime persone, donne uomini e giovani che si prodigano per il prossimo. Per noi. È tra le priorità del centrosinistra mettere in campo politiche mirate a favorire il lavoro e l’impegno di chi opera nel sociale. Servono fondi, più fondi, centrali e regionali. Serve attenzione, serve considerazione. Tutti elementi, questi, per i quali come candidata di centrosinistra al Parlamento voglio farmi portavoce nella speranza di fare quanto prima la mia parte concreta anche in Senato».
Punto fondamentale dell’agenda di Iv e Azione, assicura la deputata uscente Giuseppina Occhionero e oggi capolista del Terzo polo per la Camera. «Personalmente, ritengo che la mancanza di contributi regionali ai Csv sia una ennesima dimostrazione di miopia politica della classe dirigente molisana. In Italia, per il non profit, si stima un valore della produzione di circa il 45,% del Pil e un coinvolgimento di quasi il 10% dell’intera popolazione nazionale. Assenza di scopo di lucro non significa assenza di produttività, al contrario, la generazione di valore sociale e occupazionale è altissima e si declina in attività di assistenza sociosanitaria, educazione e formazione, inserimento lavorativo, cultura e beni culturali, sport, ricerca, ambiente, valorizzazione del territorio e di beni comuni». Sul terzo settore, aggiunge Occhionero, si può innestare la ripartenza, considerandolo anche un antidoto «alle forme di sussidio, per esempio il reddito di cittadinanza che a fronte di un costo di oltre 20 miliardi nel primo anno e mezzo non ha generato occupazione a tempo indeterminato se non per una scarsissima percentuale. Con la riforma, il Parlamento di cui mi onoro di essere stata parte, ha assegnato la cornice legislativa entro cui operare ma ora è necessario dotare il non profit della giusta “cassetta degli attrezzi” per crescere in economie di scala, competenze e per valorizzare la capacità economica di produrre beni e servizi». Sarà fondamentale, conclude, «impegnarsi affinché gli enti del terzo settore siano dotati di strumenti necessari come le misure fiscali per le imprese sociali inclusi gli incentivi per gli investimenti, lo sblocco delle regole Iva».

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