Almeno per un altro anno, da Campobasso non partiranno treni. Simbolicamente, il candidato del Pd al proporzionale del Senato ha scelto la stazione ferroviaria per la conferenza stampa che ha fatto il punto sul suo programma.
«Questa situazione reca un disagio enorme ai molisani che sono trattati – ha detto Giuseppe Cecere – come cittadini di serie B. Lo Stato deve restituire servizi a chi paga le tasse, fra i servizi fondamentali c’è la viabilità, di cui le rerrovie sono una delle componenti principali. Da questa città non partono più treni né passeggeri né merci e questo vuol dire che le grosse aziende pastaie devono utilizzare 24mila Tir all’anno, con un costo umano e ambientale enorme, sappiamo inoltre tutti molto bene in che condizioni sono le nostre strade. Tutto questo è insopportabile». L’emblema, ha aggiunto, di come i molisani sono trattati è il binario della stazione di Roma da cui si parte per Campobasso, «non ci sono neanche più le pensiline». Ha quindi assicurato che se sarà eletto, lui e il resto della squadra di centrosinistra, «pianteremo le tende sotto la sede di Ferrovie».
Alla domanda di un cronista sulla metropolitana leggera, voluta dall’amministrazione regionale di centrosinistra guidata da Frattura, Cecere ha risposto: «Io credo che chi fa politica debba essere onesto con se stesso e con gli altri. Non credo sia una priorità. La vera priorità è il trasporto veloce ed efficiente verso Roma, Napoli e la costa per uomini e merci».
Tra le proposte dell’ex primario di chirurgia del Cardarelli, quella di utilizzare il meccanismo della legge Renzi sul rientro dei cervelli in Italia per agevolare il ritorno dei giovani in Molise. Una leva fiscale che potrebbe funzionare anche per invogliare i medici a tornare in regione. «Ho un figlio che è stato sei anni in Austria e ha utilizzato questa norma, paga il 15% di tasse per dieci anni».
