Alle 19 in piazza Celestino V a Isernia, la chiusura della campagna elettorale della lista “Noi Moderati”. La capolista alla Camera Filomena Calenda, assessore regionale al Lavoro, centra il suo appello al voto sulle motivazioni che l’hanno indotta ad accettare la sfida.
«Perchè votare Noi Moderati? Io partirei da una constatazione di fatto che vede un centrodestra sempre più spostato a destra mentre Noi Moderati, che nasce dall’aggregazione di quattro partiti nell’area di centro (del centrodestra), raggruppa la cultura politica dei cattolici, dei popolari, dei liberali, dei riformisti che tanto hanno contribuito alla storia politica e al governo dell’Italia, ma che oggi nel centrodestra sono meno rappresentati che in passato».
È proprio il concetto di moderati ad averla convinta anche perché, aggiunge, «da sempre guida la mia attività politica e amministrativa».
«Oggi il centrodestra, rispetto a quello tradizionale che abbiamo conosciuto, si sta spostando più a destra. Da una parte per il grande consenso che sta raccogliendo la Meloni con Fratelli d’Italia, dall’altro perché Salvini ha trasformato la Lega da partito federalista e del sindacato del Nord a partito nazionale che non a caso ha scelto di stare con Le Pen. E Forza Italia, negli ultimi tempi, si è particolarmente legata proprio alle posizioni di Salvini. Detto questo, va da sé che il centro del centrodestra è dunque sottorappresentato. Dunque, lo scopo di Noi Moderati è proprio quello di evitare che il centrodestra perda il centro e rimanga solo destra – prosegue Calenda – L’obiettivo che vorremmo raggiungere assieme agli elettori è pertanto quello di rafforzare la presenza dei moderati e della cultura politica di cui essi sono portatori in questa coalizione».
Non è l’unico raggruppamento di centro in campo, Noi moderati. Ma «rappresentiamo l’unico vero centro». Calenda e Renzi? «Se li osservo e li ascolto è difficile credere ad un centro costruito da un ex segretario del Pd e da un ex europarlamentare del Pd. Sarebbe un centro se non rosso quantomeno rosé», conclude.

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