La sorpresa stavolta si chiama Caterina Cerroni. Intorno alle 20 il sito del Viminale ufficializza l’attribuzione del seggio plurinominale Camera del Molise al Partito democratico. La capolista Caterina Cerroni è il quarto parlamentare eletto alle politiche del 25 settembre. «Una bellissima soddisfazione – commenta la neo deputata al telefono da Roma – anche perché altrimenti era a rischio la rappresentanza territoriale».
Segretaria nazionale dei Giovani dem, 31 anni, alle spalle giù una lunga esperienza amministrativa nella sua Agnone. Nella Capitale gli studi universitari e poi il lavoro. Naturalmente la passione per la politica, è la prima donna ad aver scalato i vertici dell’organizzazione degli under Pd. Era in corsa anche in un collegio proporzionale di Roma. L’ha spuntata nella sua terra dopo una campagna elettorale educata ma caparbia, tutta incentrata sui diritti di chi non ha voce: le donne, i giovani, le aree interne e quindi la salute, il lavoro e le infrastrutture.
Approda a Montecitorio per quel meccanismo diabolico del Rosatellum chiamato flipper. Ieri mattina, il seggio era considerato vicino a Sinistra italiana – Verdi e dunque, nelle indiscrezioni dell’attesa, la papabile è stata per ore Sara Ferri. Gli esperti del centrodestra, in primis l’assessore Pallante invece scommettevano che la quarta casella a disposizione del Molise sarebbe andata a Fratelli d’Italia (come avvenuto per il Senato dove però il riparto è regionale), quindi a Elisabetta Lancellotta. Questione di resti e seggi cedenti, diavolerie del Rosatellum. Questione, comunque, di donne. Quando ieri sera è arrivata l’attribuzione da parte del Viminale, il segretario regionale dem Vittorino Facciolla – che per il resto ha ammesso la sconfitta – ha commentato: «Grazie al miglior risultato al sud, Abruzzo compreso, del Pd Molise, siamo riusciti ad eleggere il nostro capolista alla Camera dei deputati Caterina Cerroni. Il Pd Molise torna in Parlamento».
«Sono molto felice – così la diretta interessata – che ci possa essere una narrazione diversa. Il Molise non è le partite a carte nei bar o i balli nei centri anziani. Ora c’è da lavorare e sicuramente da riprendere il discorso del campo largo per costruire un’alternativa al centrodestra che non riesce a esprimere una classe dirigente adeguata in Molise e anche in Parlamento. Abbiamo il diritto di crescere in termini di opportunità, come abbiamo raccontato in campagna elettorale, per le persone».
r.i.

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