Terzi al Senato e alla Camera: alle elezioni del 25 settembre le donne e gli uomini del centrosinistra a trazione dem in Molise sono stati battuti dai 5 stelle e quasi doppiati dal centrodestra. Poco più di 30mila voti per Alessandra Salvatore (30.189), 31.441 per Riccardo Di Palma, 55.472 per Lorenzo Cesa, eletto deputato del Molise. Stesse distanze per il Senato: 30.503 per Rossella Gianfagna, 31.614 per Ottavio Balducci, Claudio Lotito approda a Palazzo Madama con 55.656 preferenze. Non ha funzionato la lotta ai catapultati. Non ha pagato la distensione verso i grillini, mai veramente attaccati. Alla fine, il centrosinistra è apparso timido e sfumato. Quasi impalpabile. Una sconfitta senza appello che, come a livello nazionale, impone un cambio di rotta, di alleanze e di classe dirigente. La sorpresa della giornata di ieri, l’elezione nella quota proporzionale della giovane capolista Caterina Cerroni e le sue prime dichiarazioni, sembrano già dare una sterzata importante.
Pd al 18,1%, un punto sotto la media nazionale (19,06). I pentastellati, con cui il segretario regionale Vittorino Facciolla punta a «ricucire», sono lontani. E per le regionali daranno le carte. Il Movimento di Conte resta infatti il primo partito in regione: 24,32% alla Camera.
Ha lasciato sul campo oltre 20 punti percentuali rispetto al 2018. Un’era geologica fa.
I dirigenti del Movimento ritengono che in questo dato ci sia molto della fortissima astensione di domenica (alle urne si sono recati meno di 140mila molisani, il 56,6% degli aventi diritto con una flessione del 15% rispetto al 2018). Ma hanno incassato il risultato con soddisfazione tangibile.
Fratelli d’Italia, seconda forza in regione con il 21,37%, ha trainato il centrodestra alla vittoria praticamente su tutto il territorio. Pure a Riccia (sia per la Camera sia per il Senato), roccaforte della capogruppo dem in Consiglio regionale Micaela Fanelli. A San Martino in Pensilis, patria del segretario regionale Vittorino Facciolla, invece ha vinto l’uomo dei 5s per Palazzo Madama Ottavio Balducci.
A Isernia si è imposta con il 25,14%. Secondi i 5s col 22,02%, poi il Pd con il 15,08. Quasi il 10% per Forza Italia (9,98%), seguita da Noi moderati (6,64%) che schierava due isernini nei proporzionali (Filomena Calenda e Mimmo Izzi) e dalla Lega (5,43) a sua volta tallonata da Azione-Iv (5,28%). In politica due più due non fa sempre quattro, ma nella città amministrata dal campo largo a cui Letta per le politiche ha rinunciato i voti di Balducci sommati a quelli di Gianfagna superano di un soffio quelli di Lotito.
A Campobasso, pentastellati in testa col 26,42%, seguiti dal Pd al 21,07, terzo il partito di Meloni col 20,12%. Poi Forza Italia col 9% e il Carroccio con il 6,63. Pure a Venafro 5s primi con il 28,82%, FdI al 18,63%, Pd all’11,42, FI all’11,36 e Lega al 10,45%.
Discorso a parte merita Termoli, dove la scelta e il peso dell’amministrazione comunale hanno consegnato a FdI la vittoria del derby interno e alla Lega uno dei migliori risultati: 17,5% per il partito di Giorgia e 16,05 per il Carroccio. Il sindaco Francesco Roberti ha orientato il consenso su Costanzo Della Porta, oggi senatore, e Michele Marone in chiave politica – in aperto dissenso con la candidatura di Nicola Cavaliere al proporzionale per Palazzo Madama e aprendo a scenari che probabilmente superano l’esperienza con gli azzurri – e territoriale.
Dal canto suo, la coordinatrice forzista Annaelsa Tartaglione, può mettere sul tavolo tre punti percentuali in più del dato nazionale: 11,37%, restando sempre alla Camera, contro l’8,16. In linea, invece, la Lega: 8,54% in Molise (cinque anni fa era all’8,6), in Italia 8,78%.
Infine, il Terzo polo. In Molise è stato anche un esperimento per le elezioni regionali. In questo quadro il test lo hanno superato: 4,83% alla Camera e 4,6 al Senato (a livello nazionale quasi l’8%). Seimila voti che alle consultazioni di primavera possono essere decisivi.
Rita Iacobucci

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