Previsto al primo punto all’ordine del giorno della seduta di ieri, è saltato il giuramento della Garante dei diritti della persona Paola Matteo, nominata l’8 settembre scorso dal presidente del Consiglio regionale Micone esercitando i poteri sostitutivi.
«L’intero Consiglio ha dovuto prendere atto delle valutazioni esclusivamente politiche e, come richiesto dal nostro gruppo, ha rinviato il giuramento della Garante dei diritti della persona. Rinvio dovuto al ricorso al Tar presentato da altri candidati che avevano presentato manifestazione d’interesse», commentano i portavoce 5s. A censurare l’iter utilizzato gli avvocati Gianfederico Cecanese ed Elena Bertoni e l’ex questore di Campobasso Raffaele Pagano.
«Nel Consiglio regionale dello scorso 26 luglio – ricordano i pentastellati di Palazzo D’Aimmo – maggioranza e minoranze concordarono con il governatore Toma e l’assessore Pallante che l’elezione del Garante dei diritti della persona sarebbe stata oggetto di una votazione in Aula, così come la legge impone, nel corso di una seduta che si sarebbe dovuta tenere nel corrente mese di settembre, dopo le elezioni politiche. Sarebbe bastato aspettare qualche giorno e dare seguito a quell’impegno che non riguardava solo la nomina del Garante, ma anche la eventuale rivisitazione della norma istitutiva della figura. Insomma, non è stato rispettato un preciso accordo che avrebbe consentito all’Aula l’elezione così come la legge prevede. Un atto di arroganza politica – attaccano – nei confronti dell’istituzione stessa, delle opposizioni e della maggioranza, che sono chiamate al confronto e al dibattito per la nomina di questa figura. Un atto di disprezzo nei confronti degli accordi presi e anche delle regole, come l’articolo comma 2 della legge n.17 del 2015, che parla di “obbligo di elezione, senza rinvio a norme di potere sostitutivo, essendo la figura del Garante organo terzo ed imparziale e non potendo dipendere da una nomina politica”. Qui parliamo di rispetto delle regole, ma anche e soprattutto di rispetto del dibattito politico e di tutte le voci chiamate ad esprimersi».

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