«Il giudizio dell’esecutivo nazionale è la triste fotografia sull’operato legislativo del presidente della Regione, Donato Toma, e di tutta la sua maggioranza di centrodestra che, ancora una volta, si dimostrano incapaci di gestire con la necessaria efficienza la Regione Molise».
Lo afferma la capogruppo del Pd in Consiglio regionale, Micaela Fanelli, commentando l’impugnativa deliberata dal Consiglio dei ministri rispetto a sette leggi regionali del Molise. Proposte, ricorda Fanelli, «sulle quali avevo messo in guardia il governo regionale dal votarle, per le stesse motivazioni che oggi vengono addotte dal dipartimento per gli Affari regionali. Eccettuata quella sulla stabilizzazione del personale sanitario precario – osserva – per tutte le altre sei, sul riconoscimento dei debiti fuori bilancio, il governo ha eccepito che la copertura indicata nelle norme finanziarie delle leggi in esame è costituita da risorse rinvenienti nel bilancio di previsione 2021-2023, esercizio 2021. Atteso che le leggi in esame sono state approvate dal Consiglio regionale nel 2022, la copertura degli oneri discendenti viola il principio contabile dell’annualità del bilancio che disciplina l’armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, riguardante la potestà legislativa esclusiva dello Stato in materia di armonizzazione dei bilanci pubblici». In sostanza, aggiunge Fanelli «i debiti erano ovviamente antecedenti al 2021, quindi si potevano coprire solo con riferimento al 2022 e non 2021. Un errore madornale, imperdonabile, ancor più grave perché commesso da un presidente che si è sempre vantato delle proprie competenze professionali in termini di bilancio, senza che nessuno dalla sua maggioranza di centrodestra abbia eccepito nulla».