Cessati ostilità e scontro personale, pure l’accordo sul governo in linea di massima pare essere stato raggiunto. Cinque ministri a Forza Italia, queste le indiscrezioni circolate subito dopo il faccia a faccia chiarificatore fra Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi: Tajani, vice premier insieme a Salvini, e ministro degli Esteri, Casellati alle Riforme, Pichetto Fratin (viceministro uscente al Mise) alla Transizione ecologica. Altre due deleghe, Pa e Università, pure agli azzurri ma i nomi sulle caselle non sono ancora definiti. In pole position Cattaneo e Bernini, nelle ultime ore è spuntato anche il nome di Sestino Giacomoni, parlamentare azzurro non rieletto e coordinatore dei responsabili regionali del partito.
Dettagli che arricchiscono il brevissimo comunicato congiunto FdI-FI diffusa al termine dell’incontro in via della Scrofa: «L’incontro si è svolto in un clima di unità di intenti e di massima cordialità e collaborazione. Fratelli d’Italia e Forza Italia si presenteranno uniti, con le altre forze della coalizione, alle prossime consultazioni con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella».
Nel toto ministri che riprende quota dopo il disgelo fra la premier in pectore e l’ex presidente del Consiglio ‘fondatore’ del centrodestra italiano resiste l’ipotesi di un ruolo di primo piano per due degli eletti in Molise. Fratelli d’Italia, ricostruiva ieri mattina il Corriere della Sera, terrà per sé – oltre a deleghe pesanti come la Giustizia con Nordio – anche il Turismo, la Cultura, lo Sport. In quest’ultimo caso, la deputata meloniana Elisabetta Lancellotta può dire la sua. Le quotazioni della capogruppo di Fratelli d’Italia in Comune a Isernia sono salite subito dopo l’elezione e non sono mai scese, complice anche la stima che di lei ha il potente capo del Coni nazionale Giovanni Malagò, molto ascoltato dalle parti di via della Scrofa.
Centrale nelle trattative di questi giorni, e destinato a entrare nell’esecutivo se non come ministro come sottosegretario, il leader dell’Udc Lorenzo Cesa, che ha vinto nel collegio uninominale molisano per la Camera. Nelle ore dello scontro fra i leader, dopo l’elezione di La Russa presidente del Senato senza i voti del gruppo azzurro, Cesa avrebbe incontrato il braccio destro di Meloni, Francesco Lollobrigida, e ipotizzato la nascita di un gruppo di moderati nei due rami del Parlamento che potesse attrarre i forzisti che dissentono dalla linea Ronzulli. Linea, però, di fatto archiviata dopo la pace siglata anche grazie all’intervento, domenica, dei figli del Cavaliere. In diretta al ‘Diario politico’ di Mentana ieri pomeriggio, Cesa ha commentato soddisfatto la ritrovata armonia nel centrodestra e si è detto sicuro che quella del governo Meloni sarà una «squadra autorevolissima». Incarichi anche per voi (ha incalzato Celata)? «No, non lo so…», si è schermito infilandosi in auto Cesa.
r.i.

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.