In quella che lui ritiene essere stata la trappola tesa da ‘Pierino’, come lo chiama dentro e fuori dall’Aula, il vicepresidente del Consiglio comunale non è caduto. Alla fine, poi, la trattativa con le minoranze per portare all’incasso un documento condiviso e votato dall’intero consesso – quello passato con i voti della maggioranza e quello di Marco Amendola che ha preso le distanze dell’opposizione consiliare come ormai noto – non è andata a buon fine. Ma, tutto sommato, Giovancarmine Mancini lo aveva previsto.
Le osservazioni al Programma operativo sanitario 2022-2024 partite dal Consiglio comunale di Isernia – con le quali si chiede al commissario ad acta la revoca della bozza e l’avvio di consultazioni con le amministrazioni, i territori e gli stakeholder per arrivare ad un documento condiviso – rappresentano, sono, un documento politico. Il manifesto di una distanza che è stata ulteriormente marcata in quel documento. Il dissenso di un’amministrazione, di un territorio e anche di una parte politica.
Motivi questi bastevoli perché il centrodestra non lo condividesse.
E Giovancarmine Mancini, che in Aula ne ha cantate a tutti – sia a sinistra che a destra – gioca un’altra partita, accanto al governatore Toma e coinvolgendo direttamente la delegazione parlamentare del Molise.
Consapevole che il commissario ad acta nonché presidente della Regione Donato Toma abbia «un corridoio molto stretto da poter percorrere», come ha ribadito a muso duro nel corso del Consiglio comunale.
La sua firma, in calce alle richieste avanzate dai cinque consiglieri di opposizione Lancellotta, Chiacchiari, Di Perna, Calenda e Tedeschi non c’è. I cinque hanno redatto un documento dove, in estrema sintesi, chiedono al commissario ad acta di potenziare Emodinamica con un servizio h24 (che al momento non c’è e che viene quindi dirottato sul Cardarelli).
Ma nessuna spaccatura politica da parte di Mancini, solo la necessità di rimarcare il concetto espresso in aula inviando un documento ‘altro’, dove si stabiliscono alcuni punti fermi. Una missiva che parte dal vicepresidente del Consiglio comunale di Isernia e inviata a Toma e ai quattro parlamentari eletti in Molise. Tutti con la sua stessa parte politica.
«Anche io ho letto il Po 2022-2024 – dice Mancini, come sempre senza girarci troppo intorno – ma conosco le difficoltà che il commissario ad acta riscontra nel rispondere in modo esaustivo alle legittime richieste di tutela della salute pubblica molisana. Difficoltà – ricorda il vicepresidente del Consiglio comunale di Isernia così come ha fatto duramente nel corso dell’assise di venerdì scorso – causate da anni di errata gestione politica e amministrativa della sanità regionale. Al commissario ad acta e alla delegazione parlamentare alla quale ho inviato la nota per conoscenza, chiedo di integrare la bozza con la previsione della riorganizzazione della rete cardiologica, delle funzionalità del laboratorio di emodinamica del Veneziale h24 e sette giorni su sette. Il mantenimento dell’emodinamica in orario solo parziale, pure nelle criticità riscontrate nell’assunzione di medici e nonostante i concorsi, continuerebbe a non assicurare le dovute prestazioni, spesso vitali nell’arco dell’intera giornata».
La missiva è inviata ai deputati Cesa e Lancellotta e ai senatori Lotito e Della Porta. Perché, con il governo Meloni ormai fatto, a loro adesso tocca giocare la partita ‘della vita’ per il Molise secondo Mancini che, in Fratelli d’Italia, ricopre il ruolo di vice responsabile del Dipartimento Enti Locali.
«Chiedo che intervengano con ogni urgenza, nelle more della presentazione del Decreto Molise, sul Dm 70, il Balduzzi, al fine di poter tutelare concretamente la salute dei molisani, ottenendo per la nostra regione “doverose deroghe allo stesso decreto e anche al fine di consentire al commissario ad acta di poter agire, concretamente e nel pieno rispetto della normativa per il potenziamento dei servizi della rete sanitaria molisana e la tutela del sacrosanto diritto alla salute dei cittadini della nostra regione”».
La palla passa a Roma, quindi. E coinvolge direttamente la consigliera comunale nonché deputata eletta con Fratelli d’Italia Elisabetta Lancellotta. Che adesso sta stretta fra le posizioni di Giovacarmine Mancini (suo collega di partito e d’aula) e quelle di Michele Iorio che, in Regione, chiede la revoca del Programma operativo. Pena la sfiducia a Donato Toma.
ls