Tradito da dirigenti ed esponenti di spicco di Forza Italia, l’assessore Nicola Cavaliere rompe il silenzio. Lo fa utilizzando toni pacati, con il solito sorriso da pacioccone, ma mettendo in fila fatti e circostanze, nomi e cognomi.
Nel mirino finiscono diversi esponenti del partito, in particolare, il sindaco di Termoli, che è pure presidente della Provincia di Campobasso e coordinatore provinciale del partito di Berlusconi. In verità l’assessore regionale all’agricoltura non è che riconosca chissà quale valore a Francesco Roberti: ha fatto votare Fratelli d’Italia e ha maldestramente cercato di intestarsi il risultato dell’elezione di Costanzo Della Porta – la tesi di Cavaliere – ma Giorgia Meloni ha preso voti perché il vento era favorevole (come dire, li avrebbe presi chiunque si fosse candidato con lei).
La lucida analisi arriva a circa un mese dalle elezioni. Tempo per elaborare Cavaliere ne ha avuto.
L’affondo che punge è quello sul piano personale. Politica a parte – il ragionamento dell’assessore – tanto Francesco Roberti, quanto Roberto di Baggio, che ugualmente non si è speso per Forza Italia – devono molto alla coordinatrice regionale Tartaglione. Di Baggio, ricorda Cavaliere, alle regionali è stato il terzo eletto della lista, eppure, grazie ad Annaelsa è entrato in giunta ai danni di Armandino D’Egidio (secondo eletto). «L’hanno pugnalata alle spalle con inaudita freddezza».
Da buon democristiano, Cavaliere guarda avanti. Tra qualche mese i molisani saranno chiamati ad esprimersi per il rinnovo del Consiglio regionale. L’assessore non ha dubbi: centrodestra unito, Forza Italia metterà in campo una squadra di livello.
Poi un avvertimento a chi pensa di andare a pescare nella società civile o negli ordini delle professioni: il candidato governatore dovrà essere un politico.
Assessore, smaltite le fatiche della campagna elettorale?
«Sono sempre stato operativo, in assessorato e sul territorio. Il ruolo che rivesto non consente certo grandi pause e non c’è mai abbastanza tempo per recuperare, ma il risultato ottenuto alle urne mi dà ulteriori stimoli e aiuta a rendere meno pesanti anche le giornate più ostiche… Forza Italia al Senato ha totalizzato il 12.67, un punto percentuale in più rispetto alla Camera. È stato un risultato molto positivo, di gran lunga superiore alla media nazionale. In Molise Forza Italia ha dimostrato di avere voti veri, legati alle persone che rappresentano il partito con costanza sui territori. Quindi Forza Italia non solo è viva, ma è decisiva per la vittoria del centrodestra. Siamo in regione il secondo partito della coalizione».
Che aria tira in giunta assessore? L’esecutivo (e non solo l’esecutivo) sembra di capire si sia mosso in ordine sparso.
«Non tocca a me rispondere o giustificare l’operato degli altri (con le dovute eccezioni di alcuni colleghi che ci hanno sostenuto). Il dato però è oggettivo e parla chiaro: in Molise il centrodestra unito ha vinto alla grande le elezioni politiche. Un a ma soprattutto un punto di partenza solido in vista delle prossime regionali. E aggiungo un aneddoto: la notte del 25, intorno all’una e mezza e col risultato che andava sempre più delineandosi, ho telefonato al neo senatore Costanzo Della Porta per augurargli di cuore il meglio. La sua vittoria è pure la vittoria di tutta la coalizione e non mancherà di certo la collaborazione istituzionale e politica per il bene del territorio».
Dopo la Calabria, il Molise è la regione dove Forza Italia detiene la percentuale maggiore. Buon risultato, certo. Ma non le sembra poco considerando che il partito è rappresentato dell’eurodeputato Patrciello, dalla parlamentare uscente Tartaglione, dal presidente della giunta Toma, dall’assessore Cavaliere (appunto), dal sottosegretario Di Baggio, dal consigliere D’Egidio e dal sindaco di Termoli, che è pure presidente della Provincia?
«Lei sa meglio di me che ogni elezione ha una storia a sé e come accaduto già in passato, vedi ad esempio nel 2018 lo tsunami Lega a livello nazionale e quello grillino in Molise e in tutto il Centrosud, alle politiche la forza di un simbolo e il voto di opinione fanno sì che l’elettore si senta libero di esprimere un voto politico. La verità è che in Molise abbiamo contenuto, meglio di altrove, l’ondata di Fratelli d’Italia, spinta dai sondaggi e dalla grande popolarità della leader Giorgia Meloni. Questo perché noi candidati di Forza Italia ci abbiamo messo la faccia, incontrato amministratori e cittadini in ogni angolo della regione e parlato di proposte e progetti concreti inerenti problematiche sia locali sianazionali. La campagna elettorale è stata improvvisa e breve, quindi le rispondo che si può sempre fare meglio e di più. Ma il risultato ottenuto da Forza Italia è oggettivamente ottimo, probabilmente ha deluso alcuni “personaggi” che prevedevano invece un tracollo».
Il presidente Toma ha fatto campagna elettorale per Forza Italia?
«Deve fare a lui questa domanda, non a me, anche se ha dichiarato più volte il sostegno a Forza Italia. Io posso solo affermare che in tanti ci hanno sostenuto. E mi “accontento” dei quasi 17mila molisani che hanno messo una “X” sul simbolo di Forza Italia e sui nomi di Nicola Cavaliere e Annaelsa Tartaglione».
Mancano certamente i voti del basso Molise. Il coordinatore provinciale di Forza Italia si è apertamente schierato per Costanzo Della Porta (FdI)…
«Ha tentato, maldestramente e con toni trionfalistici, di mettere il cappello sulla vittoria di Fratelli d’Italia al Senato e sul risultato ottenuto in alcuni comuni del basso Molise. Ma è evidente che quella è la vittoria del simbolo, visto e considerato che Fratelli d’Italia ha stravinto praticamente ovunque, persino al Nord e nelle roccaforti di amministratori quali Zaia, Fedriga e Fontana, da anni big del consenso in quelle zone. Il mio ragionamento è supportato dai fatti e dai dati: il sindaco-presidente di Provincia ha fatto votare Fratelli d’Italia al Senato e l’amico Michele Marone (Lega) alla Camera, tra l’altro sostenuto anche da altri importanti esponenti politici. Ma in quest’ultimo caso i numeri sono stati ben differenti. Ciò dimostra che questo autoincensarsi è del tutto ingiustificato e ben poco aderente alla realtà, senza dimenticare inoltre il trionfo ottenuto dai 5 stelle proprio a Termoli e che dovrebbe indurre qualcuno a tenere i piedi bene a terra. Comunque tornando al mio personale risultato e quello di Forza Italia, che qualcuno ha provato a sminuire, e considerando appunto il contesto particolare in cui alcuni maggiorenti del partito hanno fatto votare altrove e altri si sono limitati a spingere solo sui candidati al maggioritario, non posso che ritenermi davvero soddisfatto».
Roberti non è uno sciocco: cosa, secondo lei, lo ha indotto a “tradire” il suo partito?
«Ribadisco: nonostante l’attivismo e gli sforzi messi in campo per spostare gli equilibri contro Forza Italia al Senato, alla fine a fare la differenza è stato solo il cosiddetto voto politico e di opinione, diverso invece il discorso per quanto riguarda la Camera, dove si ragiona in termini di percentuali, di resti nazionali e non di scontro diretto. In questo caso il mancato sostegno del sindaco di Termoli (e di altri) alla coordinatrice regionale Annaelsa Tartaglione è risultato probabilmente decisivo per la sua non elezione. Capisco la scelta di Roberti nei miei confronti, visto che tutti sanno che avevo idee ben diverse in merito alla sua stessa candidatura a primo cittadino di Termoli – anche se poi, da uomo di partito e da assessore regionale, ho seguito le indicazioni e l’ho sostenuto attivamente e fino in fondo in campagna elettorale – ma non comprendo certo il suo mancato sostegno all’onorevole Tartaglione, che tanto si era spesa a suo favore, sia per il Comune sia per le provincali. Il sindaco è stato quindi capace di voltare le spalle, con una freddezza prima umana e poi politica, a chi lo ha fatto crescere tanto in questi anni. Tutto ciò ovviamente obbliga a un’accurata riflessione. Da qui la strategia con l’obiettivo di porre in essere la sua candidatura a presidente della Regione, trasmigrando ad altre forze politiche. Vedremo…».
Pure il sottosegretario Di Baggio – riferiscono da Isernia – non si sarebbe speso più di tanto.
«Basta leggere le sue dichiarazioni o ascoltare le sue interviste per farsi un’idea. Anche il sottosegretario Di Baggio non è mai stato molto organico al partito, forse bisognerebbe rivolgersi al noto programma Chi l’ha visto?: dove si nasconde il sottosegretario quando ci sono gli incontri ufficiali di Forza Italia? Pure lui irriconoscente nei confronti della coordinatrice Annaelsa Tartaglione, che lo ha fatto crescere in maniera esponenziale. Basti pensare che da terzo eletto è entrato in giunta regionale, al posto del mio amico e collega Armandino D’Egidio (secondo eletto), che a sua volta ha invece dimostrato coerenza, spirito di squadra, correttezza e lealtà a Forza Italia, mettendoci la faccia e sostenendo anche alle politiche in prima persona il partito essendo lui stesso candidato. Chiaro che Di Baggio, come Roberti, ha fatto mancare i suoi voti all’onorevole Tartaglione. Anche in questo caso per mero calcolo personale e politico e per un riposizionamento in vista delle regionali».
Ecco, tra qualche mese si vota per il rinnovo del Consiglio regionale. Cavaliere ci sarà? Con chi e con quali ambizioni?
«Ci sarò, con Forza Italia e nel centrodestra. Riparto dal risultato ottenuto insieme alla Tartaglione e al consigliere D’Egidio, pronti a lavorare a una lista forte e competitiva e ad un programma funzionale ai bisogni del territorio. La squadra sarà di assoluto livello, vedrà l’impegno in prima persona e in prima linea anche del senatore di Forza Italia Claudio Lotito, che sarà un valore aggiunto per noi sul piano politico e umano e che metterà a disposizione del Molise anche la sua esperienza di imprenditore di successo. Il nostro obiettivo? Una grande Forza Italia in un centrodestra unito, forte e vincente in regione. Le ambizioni personali sono sempre legittime ma non devono essere mai motivo di rottura, toccherà al tavolo nazionale dei partiti avviare il confronto per l’individuazione del miglior candidato governatore possibile per il Molise. E il mio auspicio è il ritorno ad una figura politica».
lu.co.