Fermi tutti, ci siamo sbagliati. Vi ricordate quando, di corsa, ci siamo precipitati a tagliare le poltrone lautamente retribuite di Palazzo Moffa e dintorni? Come no? Era il 1° ottobre, nel ddl Iorio c’era scritto: il Molise avrà 20 consiglieri più il presidente e quattro assessori. Approvato in un lampo, contrario solo Salvatore Ciocca. Beh, ci siamo sbagliati. Forse la matematica non è il nostro forte. Siamo politici non astrofisici. Ci siamo accorti che il decreto Tremonti imponeva che il numero dei componenti dell’esecutivo non potesse essere superiore a un 1/5 di quello dei consiglieri. E un quinto di ventuno fa cinque, ragazzi. Come no? Lo sappiamo che sarebbe 4,2. Ma si arrotonda per eccesso. Perché, appunto, siamo politici e non matematici. E perciò un altro assessore ci tocca e ce lo istituiamo cambiando lo Statuto. Però non adesso. Per il momento cancelliamo la legge Iorio con una bella delibera di giunta, che portiamo in Prima commissione e facciamo approvare. Poi in Aula, tanto al massimo ci saranno otto contrari. Da lì ripartiamo per modificare lo Statuto del 2011 e blindiamo il quinto posto da privilegiato.

Quello che avete letto non è uno scherzo, purtroppo. Non è neanche una dichiarazione ufficiale. È la ricostruzione giornalistica del ragionamento che ha impegnato in questi giorni la maggioranza di centrosinistra alla Regione. Arriverà un quinto assessore, dunque. La giunta Frattura la settimana scorsa avrebbe – il motivo per il condizionale c’è – abrogato di colpo la legge 21 del 2012, quella che lo stesso Frattura votò insieme a tutti quelli che a palazzo c’erano allora e ci sono ora (tranne Ciocca). Forse il motivo dell’abrogazione sta nell’errore di calcolo. Sul sito della Regione non c’è traccia del provvedimento. I titoli degli atti di giunta, solo quelli sono accessibili a chi non è consigliere o dipendente regionale, sono fermi all’8 aprile scorso. Come prima del cambio della guardia e alla faccia della trasparenza. Però la proposta di legge è all’ordine del giorno della prima riunione della Commissione presieduta da Francesco Totaro. Il governatore avrebbe insistito molto sulla necessità di fare in fretta. Senza la legge 21 è possibile nominare subito un quinto componente dell’esecutivo, non c’è più riferimento normativo che limita i posti a quattro. Anche perché lo stesso Frattura non ha ancora promulgato il nuovo Statuto, che sancisce il contenuto della legge 21 e che la maggioranza dovrà modificare a stretto giro per legittimare l’operazione ‘quinta poltrona in via Genova’. Varata in seconda lettura il 20 dicembre da Palazzo Moffa, la Carta fondamentale della Regione avrebbe dovuto essere emanata con decreto del presidente della giunta entro 90 giorni dall’approvazione definitiva. Abbondantemente e inutilmente trascorsi. Senza contare che chi volesse far ricorso al referendum abrogativo ora, pare, non potrebbe più.

Dunque è questo il risarcimento a Rialzati Molise: un assessorato per legge. E forse Vincenzo Cotugno non lo sa neanche, visto che il presidente avrebbe mantenuto anche con lui il riserbo sulla soluzione individuata. Una soluzione maturata da una settimana, dieci giorni al massimo. Subito dopo il blitz del Pd che portò Vincenzo Niro sullo scranno più alto dell’Assemblea legislativa, il governatore infatti accreditava le voci secondo cui era ‘vittima’ dei dirigenti del suo partito. Non ha mai smentito di poter azzerare l’esecutivo e redistribuire le deleghe più democraticamente. Ma avrebbe significato il sacrificio di qualcuno dei già assessori. Troppo complicato, meglio cercare un’altra strada. Va detto per chiarezza che gli assessori, quattro o cinque che siano, secondo lo Statuto possono anche essere esterni. Quindi i molisani potrebbero un giorno dover pagare 26 ‘onorevoli’ (il presidente, cinque assessori esterni e 20 consiglieri). Per la serie, fatta la legge trovato l’inganno.

Non vi preoccupate, abbiamo di tempo fino a giugno per ridurci lo stipendio alla ‘miseria’ che ci ha lasciato il governo Monti (circa 6.600 euro netti al mese, per i presidenti qualche spicciolo in più). Serve una legge regionale, la prepariamo subito. Così peseremo meno sulle vostre tasche, cari cittadini.

Questo, invece, è uno scherzo. Perché mentre tutti si sarebbero aspettati come primo atto del nuovo corso targato Frattura l’adeguamento delle indennità ai parametri del decreto Monti sul taglio ai costi della politica, è arrivato invece il colpo di mano sul numero degli assessori. Evidentemente, la politica ha le sue priorità.

rita iacobucci

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