Lucio Dalla per colonna sonora, sarà stato il recente viaggio a Tremiti… Caro amico ti scrivo, parafrasa Francesco Roberti per rispondere a Nicola Cavaliere. Classico pugno di ferro in guanto di velluto: tuttora coordinatore provinciale di Forza Italia, Roberti risponde infatti in maniera durissima all’assessore all’Agricoltura che lo ha accusato di tradimento (per aver votato FdI alle politiche) nell’intervista pubblicata lunedì da Primo Piano. L’uomo di partito Cavaliere – è la replica – viene dalla Margherita, non si è tesserato e nel summit con Tajani si disse pronto a sfiduciare Toma, salvo sedere ancora sulla poltrona.
«Caro Nicola ti scrivo così mi distraggo un po’ e siccome sei molto turbato più diretto ti scriverò. Da quando sei approdato nel centrodestra ci sono state grosse novità e tra queste, soprattutto, tu che ti dichiari uomo di partito, hai già dimenticato che eletto in Regione nel 2006 nella Margherita (centrosinistra) non hai esitato un attimo ad accettare un posto in giunta con il centrodestra, in barba ad ogni principio di appartenenza e di coerenza: meglio un porto sicuro che un mare in tempesta». E questo è solo l’incipit.
Il vulcanico sindaco di Termoli continua ricordando a Cavaliere il suo approdo «casuale», così lo definisce, in Forza Italia. «Solo dopo lo scioglimento del Popolo delle libertà, da qui, da buon calcolatore, visti i tanti transfughi che abbandonavano la nave “della libertà”, hai ben pensato di aderire a Forza Italia, ma sempre riluttante a tesserarti, provando a scalarne il vertice, con il tentativo di ricoprire il ruolo di segretario regionale, per il quale il partito azzurro, preferì l’attuale coordinatrice (Annaelsa Tartaglione, ndr), anche se più giovane e senza ancora un ruolo istituzionale».
La ‘strofa’ che segue, tocca «l’attualità» e racconta episodi finora sconosciuti ai più (ma noti evidentemente all’inner circle degli azzurri in Molise). «Sarebbe opportuno che per una volta voi diciate la verità (non è un plurale maiestatis ma parlo a nuora perché suocera intenda) sulla mia candidatura a sindaco di Termoli, anche perché tu stesso hai dichiarato che la mia figura, su cui confluirono i vertici del centrodestra romano, non era gradita a te e non solo. Purtroppo, per te e chi aveva la tua stessa opinione, anche con l’ultimo tentativo di scambiare le caselle dei partiti tra Termoli e Campobasso, arrivò il “niet” da Roma. Lo so, vi state ancora chiedendo come sia arrivato sui tavoli romani il mio nome, ma a tempo debito ogni vostra curiosità sarà soddisfatta. Stessa cosa dicasi per la Provincia di Campobasso, ente per il quale avresti voluto un altro sindaco a te molto vicino, ma senza il voto ponderato di Termoli e la volontà della maggioranza dei sindaci del territorio provinciale di Campobasso, avreste combinato un altro disastro, come era già successo qualche mese prima alle elezioni comunali di Campobasso e, successivamente, alle amministrative del Comune di Isernia».
E l’affondo: «È chiaro, oramai, a tutta la coalizione che dove tu e la coordinatrice regionale di Forza Italia avete anteposto l’interesse personale a quello della coalizione, il centrodestra ha perso».
In ultimo le politiche della discordia, quelle del 25 settembre 2022. Dalla Capitale «hanno deciso di imporre i candidati poiché anche i vertici romani avevano capito l’innata propensione di creare divisioni e non cercare l’unione nell’interesse generale della coalizione di centrodestra. Prima di accusare i dirigenti del partito che non hanno votato i candidati di Forza Italia, ovvero l’aspirante senatore Nicola Cavaliere, sarebbe opportuno chiedersi se, nella scelta dei candidati alle politiche, avete consultato i dirigenti regionali e i coordinatori cittadini di Forza Italia per concertare e condividere ogni decisione, così come stabilito nella sede del partito a Roma; probabilmente ai due statisti di fronte ad un bel piatto di tagliatelle al tartufo e in una assolata giornata di fine luglio (sulla spiaggia di Termoli) tutto ciò è sfuggito». Come previsto, se Roberti ‘parte’ è un fiume in piena.
E torna all’incontro con il coordinatore Tajani (quello della foto in cui spiccava l’assenza del governatore Toma): «Ricordate (evidentemente si rivolge ancora a nuora perché suocera intenda, ndr) cosa dissero i vertici nazionali del partito esortandoci a rientrare in Molise per decidere, con serenità, i candidati da proporre? Peraltro in quella sede con tutti i dirigenti regionali l’unico a non dare la disponibilità alla candidatura fu il sottoscritto. Bene, lo scopo di quell’incontro era trovare una strategia comune per non far ricadere su Forza Italia le tante criticità regionali (legate all’operato del governo di Palazzo Vitale, ndr)… A proposito, sempre durante l’incontro di Roma, non fosti tu, Nicola, il più critico che con aria spavalda ti lasciasti scappare che dopo le elezioni politiche avresti apposto la firma mancante per la sfiducia all’attuale governatore? A quanto pare sei ancora seduto sulla poltrona di assessore e questa da buon democristiano la chiameresti coerenza».
ppm