La strada l’ha indicata il leader dimissionario Enrico Letta e i dirigenti locali l’hanno imboccata subito: nelle regioni che presto saranno impegnate in un nuovo turno elettorale, stavolta per scegliere governatori e Consigli, il congresso del Pd è rinviato. In Molise quindi trattative per alleanze e liste in vista del voto di primavera restano saldamente in mano al segretario Vittorino Facciolla.
La direzione del partito di via Ferrari, che si è svolta lunedì da remoto, ha ratificato la scelta della rotta tracciata dal Nazareno. Il pronunciamento, nei numeri comunicati, è stato schiacciante: 23 sì al rinvio, solo 3 i no. Mancava qualcuno. Per esempio, la componente che fa capo all’ex senatore Ruta e probabilmente non solo. Ma la sensazione, compulsando qualche fonte interna, è che il risultato era dato per scontato. Rispetto all’esito delle primarie di tre anni fa, qualcosa negli equilibri interni è cambiato: Fanelli che sostenne Facciolla, dopo le politiche ha chiesto di accelerare il rinnovo dei vertici (e il segretario si era detto disponibile chiamando in causa per la decisione gli organismi del partito). Ma la sua linea è stata sconfitta nel parlamentino dem. Al contempo, dirigenti che tre anni fa non votarono per Facciolla segretario oggi si sono molto avvicinati alle sue posizioni. Insomma, evidentemente la partita interna è stata considerata persa anche da parte di chi ha contestato la linea tenuta per le candidature al Parlamento e nella campagna elettorale.
Il successore di Letta sarà quindi eletto il 12 marzo 2023. Quello di Facciolla dopo le regionali.

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