Il Pd torni a fare il Pd, poi potremo dialogare. Alle avance del segretario regionale Vittorino Facciolla – che ieri su Primo Piano si è detto convinto che in Molise si possa costruire il campo largo e al Terzo polo ha chiesto di scegliere fra il fronte progressista e un’opzione (di centrodestra) in continuità col governo Toma – i suoi colleghi Luigi Valente (Azione) e Donato D’Ambrosio (Italia Viva) rispondono con una ‘contro provocazione’: riuniamo invece le migliori risorse del Molise. Porta sbarrata invece, è appena il caso di dirlo, i pentastellati.
Secondo Facciolla, Calenda e Renzi non possono abbracciare il centrodestra. Mentre, al contrario, ragionando sui programmi potrebbero ingoiare il rospo di un’intesa con gli uomini di Conte. «In Molise sono loro i veri responsabili della sanità dell’ultimo quinquennio e oggi fanno ancora le facce pulite. Hanno disatteso tutte le promesse fatte, si sono alleati con tutti pur di tenere gli stipendi. Bene, quando oggi dicono che hanno valori diversi da noi, è l’unica cosa giusta che fanno», replicano con gelo siderale Valente e D’Ambrosio. Dopo che qualche ora prima, in un’intervista a Primonumero il coordinatore pentastellato Federico aveva chiuso la porta all’agognato campo largo. «Una porta che sa benissimo non essere mai stata aperta. Noi crediamo nella competenza, nel lavoro, nella solidarietà civile e nell’efficienza nella pubblica amministrazione; loro pensano solo a comprare voti con l’assistenzialismo», ancora Azione e Iv.
«Speriamo che il Pd ritrovi il senso di una politica costruttiva – mandano invece a dire a Facciolla – Riacquisiamo un progetto di ampio respiro per i molisani. Chiamiamo a raccolta le migliori risorse sul territorio e diamo organicità ad un progetto di governo per risollevare la nostra terra. Pensare a campi larghi, che alla fine significano campi vuoti di contenuti, vorrà dire condannare la regione o a governi incompetenti o a governi come quello attuale».