La “prima” di Vincenzo Cotugno in Commissione: stamane a Palazzo D’Aimmo l’ex assessore partecipa ai lavori dell’organismo finora bloccato dall’assenza di Gianluca Cefaratti, suo compagno di partito (Orgoglio Molise) e capogruppo che aveva l’onere di sostituirlo.
In giornata dovrebbe quindi essere licenziata l’autorizzazione all’esercizio provvisorio per il 2023, che in attesa del bilancio di previsione consente di effettuare pagamenti e spese (oltre quelli obbligatori). I motivi del passo indietro dall’esecutivo li hanno illustrati il giorno della vigilia di Natale lo stesso Cotugno e il governatore Donato Toma. Un atto volontario compiuto per senso di responsabilità, ha detto l’ex assessore, per consentire il varo di un provvedimento fondamentale. Aveva chiesto a Cefaratti – «un mio delegato» in Commissione, ha precisato – di partecipare ai lavori ma quando anche l’ennesima seduta è andata deserta ha deciso di rassegnare le dimissioni.
Continuerà a seguire, per ora da consigliere, la Cultura e il Turismo, «settori che ha ottimamente rilanciato per la Regione», ha evidenziato il presidente. E ha ribadito che «quello dell’assessore Cotugno è un atto di grande responsabilità, riconosciuto da tutta la giunta, un atto che ci consente di trovare una soluzione per il prosieguo dell’attività amministrativa e per il bene dei molisani. Bloccare i lavori della Prima commissione oggi, così come è stato fatto in questi giorni da un singolo, vuol dire andare in gestione provvisoria e, tra le altre cose, non avere la possibilità di pagare le liquidazioni che le imprese attendono dalla Regione Molise. Invece, noi andremo avanti con determinazione e senza mai tradire il mandato».
In questi giorni, ha accennato Toma ai giornalisti presenti nella sala parlamentino di Palazzo Vitale, dovrebbe svolgersi un vertice a Roma col sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi per trovare una soluzione che eviti di perdere i 20 milioni del bando Borghi (fondi del Pnrr) che erano stati assegnati a Pietrabbondante ma la decisione è stata annullata dal Consiglio di Stato dietro il ricorso di Castel del Giudice. L’intento è di redistribuirli per progetti su tutto il territorio regionale e si sta lavorando alacremente in queste ore per formalizzare la decisione.

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