Quinto bilancio di fine anno del governatore Donato Toma, l’ultimo di quello che – si intuisce – lui non ha alcuna difficoltà a considerare il primo mandato. «Ho riletto il mio programma elettorale e abbiamo realizzato quasi tutto. Solo una cosa, il Dea di secondo livello, è mancata. Perché sono stato nominato commissario della sanità solo ad agosto del 2021». La conferma alla guida del centrodestra alle elezioni di primavera inoltrata (ultima domenica di maggio o inizi di giugno è l’ipotesi) per Toma è alla portata. Prenota il bis osservando, coi cronisti che gli chiedono notizie sul punto, che «negli ambienti di centrodestra è prevalsa la linea degli uscenti». Fontana in Lombardia, Fedriga in Friuli. C’erano state altre proposte, la Moratti per esempio che poi ha lasciato lo schieramento, ma si è scelta la continuità. Berlusconi poi lo chiama spesso, l’ultima volta qualche giorno fa, si informa sulle intenzioni del presidente del Molise. La casella toccherebbe a Forza Italia nella ripartizione interna alla coalizione. Fratelli d’Italia ha però ufficializzato di puntare alla leadership. Aspettativa legittima, risponde Toma, che in FdI ha un fedele alleato (soprattutto nell’assessore Pallante). Deciderà il tavolo. Per parte sua ritiene «ci siano tutti i presupposti per la mia ricandidatura ma questa cosa non la do per scontata». Si rimette al centrodestra.
Insieme al governatore, gli assessori (Pallante e Cotugno da neo consigliere delegato) e il sottosegretario (di Baggio). Gli altri (Calenda, Cavaliere, Niro, Di Lucente), avverte il capo dell’esecutivo che menziona perfino Marone e Mazzuto della Lega, sono assenti giustificati, «è come se fossero qui». Toma quindi elenca i risultati raggiunti e sottolinea che sono frutto del lavoro di tutti, della squadra. La sanità, dice, è al centro di novità importanti. «Rivendico di avere operato da commissario con più efficacia di chi mi ha preceduto, nel rispetto delle regole». Mette idealmente sul tavolo la bozza di programma operativo, spiega che le difficoltà di reperimento del personale e i conti in rosso sono un male comune della sanità italiana. Il limite del dm 70, si dice sicuro, sarà superato da una modifica del decreto. Con i fondi del Pnrr, intanto, si «è dato un nuovo impulso per ora sulla carta ma presto sarà concretizzato». Case della comunità e rafforzamento della medicina territoriale sono i punti cardine. Nuovo rapporto con i privati accreditati che ancora non firmano i contratti. «Abbiamo messo mano a situazioni che prima non erano state affrontate e c’è stato un terremoto», metaforico ovviamente. Nelle interviste smorza i toni: non voglio fare polemiche, ma i privati devono capire che su alcune questioni noi rispettiamo solo la legge.
La pandemia era considerata alle spalle, la nuova preoccupazione che arriva sempre dalla Cina con una variante sconosciuta ha messo in allarme il governo (il ministro Schillaci ha convocato per oggi l’unità di crisi). Le mancate proroghe dei precari faranno mancare oltre 200 operatori alle corsie degli ospedali dal 1 gennaio. Toma però rassicura: in Prefettura il dg Asrem ha detto che non c’è questo rischio perché ci sono gli strumenti per fronteggiare l’eventuale carenza.
Molise fra i primi nella spesa dei fondi europei per l’agricoltura, con risorse di Bruxelles la giunta ha sostenuto 5mila imprese nella fase più dura della pandemia. «Il 2022 – prosegue il governatore – è stato l’anno della svolta nei trasporti pubblici con il bando per il gestore. Le offerte sono in valutazione». E, ancora, sono stati finanziati 57 interventi per la viabilità comunale. Fiore all’occhiello, il turismo e la cultura. Oltre 7,5 milioni investiti in questi anni di mandato, plauso pubblico per Cotugno che poi si è “sacrificato” lasciando la carica di assessore per andare a sbloccare l’esercizio provvisorio incagliato in Prima commissione. Dissesto, ricostruzione, servizio idrico. «Abbiamo fatto molto, abbiamo tanto da fare». È la chiusura che gli americani sintetizzerebbero: to be continued.
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