Aldo Patriciello chiede la convocazione del tavolo di centrodestra per decidere programma, liste e leadership per le regionali. Il tempo del traccheggio è finito: la mossa dell’eurodeputato di Forza Italia costringe i coordinatori nazionali e regionali dei partiti che compongono la coalizione a venire allo scoperto. E ad esprimersi, per esempio, sulla volontà (o meno) di ripartire dal presidente uscente Donato Toma che qualche giorno fa ostentava sicurezza: credo ci siano i presupposti per la mia ricandidatura, disse ai cronisti a margine della conferenza stampa di fine anno dopo aver raccontato di contatti quasi continui con il presidente Berlusconi.
Estremamente stringata la nota di Patriciello, ma altrettanto eloquente. Ritiene oltremodo necessaria «la convocazione entro metà gennaio di un urgente tavolo di coalizione che consenta a tutti gli esponenti dei partiti e dei movimenti civici di confrontarsi in maniera serena e proficua sulle iniziative da mettere in campo in vista dell’appuntamento elettorale di aprile. Credo infatti che solo attraverso un immediato confronto tra i partiti che compongono la coalizione del centrodestra si potrà ritrovare la coesione e l’entusiasmo attorno ai quali costruire le liste elettorali e un programma di governo serio e credibile da offrire agli elettori».
Ritrovare coesione, che evidentemente non c’è più – l’esercizio provvisorio di bilancio proposto dalla giunta Toma è stato approvato in Consiglio con un solo voto di scarto – e costruire un programma serio e credibile. C’è poco da interpretare. La battaglia con la sanità privata, che in queste prime ore del 2023 è tornata a imperversare, ma anche altre scelte del governo di via Genova sono d’altro canto esempi lampanti della distanza fra l’eurodeputato e il governatore. Incolmabile secondo i più. Da tempo “sospettato” di voler lasciare gli azzurri per approdare nel Terzo polo, Patriciello resta l’uomo forte del centrodestra molisano. Elettoralmente il più forte. Ha preso quindi l’iniziativa e ha scritto ai coordinatori nazionali di FdI (Giovanni Donzelli), Forza Italia (Antonio Tajani), Lega (Andrea Crippa), Udc (Lorenzo Cesa) e a quelli regionali, rispettivamente Filoteo Di Sandro, Annaelsa Tartaglione, Michele Marone e Teresio Di Pietro. Per conoscenza la lettera l’ha inviata pure ai parlamentari Costanzo Della Porta, Claudio Lotito e Elisabetta Lancellotta.
Le posizioni di alcuni partiti sono chiare da tempo. Per la Lega basta ricordare che nella prima conferenza stampa dopo le politiche del 25 settembre Salvini ribadì la necessità di un cambio al vertice in Molise. Recentemente anche la delegazione molisana di Fratelli d’Italia ha chiesto a Donzelli di provare a portare a casa la leadership per le regionali. Ago della bilancia, naturalmente, è Forza Italia, a cui secondo la regola toccherebbe il Molise e che cinque anni fa indicò Toma. Passerà anche in Molise la linea della riproposizione dell’uscente? Lo si scoprirà presto. Perché la mossa di Patriciello, è innegabile, riporta il dibattito interno al centrodestra dalle ricostruzioni alla realtà, dalla tattica alla scelta concreta.