Fanno appello al ministro della Salute e alla magistratura penale. Quattro consiglieri di centrodestra, fra cui l’ex governatore Michele Iorio e il presidente di Palazzo D’Aimmo Salvatore Micone, denunciano il conflitto di interesse nella gestione della sanità: decisioni come quelle prese di recente dal commissario, dicono, sarebbero di norma impugnate dalla Regione a tutela dei cittadini ma questo non accade perché commissario e presidente sono la stessa persona.
Iorio, Micone, ma anche Gianluca Cefaratti (presidente della IV commissione) e la consigliera di Fratelli d’Italia Aida Romagnuolo chiedono perciò un intervento di Orazio Schillaci e del procuratore della Repubblica di Campobasso Nicola D’Angelo.
Nella nota inviata anche al ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e allo stesso presidente-commissario Donato Toma denunciano: «Una situazione di emergenza come quella che stanno affrontando i molisani riguardante le mancate prestazioni sanitarie e, comunque, i ritardi delle prestazioni a causa della chiusura dei privati convenzionati, in un Paese normale avrebbe avuto come forma di tutela del diritto alla salute dei cittadini l’ente Regione che avrebbe dovuto impugnare gli atti del commissario ad acta. Specie dopo l’ordinanza del presidente del Tar Molise emessa “inaudita altera parte” con cui il giudice amministrativo ha già concesso la sospensiva alle strutture private in attesa di un giudizio di merito. Ordinanza che, secondo le notizie del giorno, a quanto pare non viene presa in considerazione da commissario e sub commissario alla Sanità per il Molise. In Molise che la Regione impugni i provvedimenti commissariali per difendere i diritti dei molisani è praticamente impossibile perché il presidente della Regione è anche colui che firma quegli stessi atti da impugnare». E aggiungono: «Lo stesso apparato amministrativo che costruisce gli atti della struttura commissariale, creata ad arte dal presidente della Regione a favore del commissario (che è lui stesso), è composta dagli stessi dirigenti e funzionari che formano gli uffici regionali addetti al controllo.
Il conflitto di interesse che si presenta di fronte a questo quadro è a dir poco lampante».
Per questo, proseguono i quattro esponenti del centrodestra, è «doveroso un intervento da parte di tutte le istituzioni, a partire dal ministro della Salute fino alla magistratura penale perché ripristino in Molise quello stato di normalità nel rispetto delle norme e per la tutela dei diritti, indicando una soluzione al problema ognuno in base alla propria competenza, anche e soprattutto per effetto dell’ultimo provvedimento commissariale che sta aggravando la situazione senza che si possa individuare una via di uscita. Il rifiuto della sottoscrizione dei contratti da parte delle strutture private, come spiegato in più occasioni e con documenti alla mano, dipende dalla mancata garanzia della sussistenza delle strutture stesse. Occorrerebbe disponibilità al dialogo per cercare una soluzione. Disponibilità al dialogo che manca proprio da parte della struttura commissariale alla sanità. Né il Consiglio regionale può intervenire in alcun modo». Per questi motivi, concludono, sono necessarie «iniziative opportune ad indicare una soluzione di ragionevolezza e che rispettino i diritti degli operatori tutti ma, soprattutto, che tutelino il diritto alla salute dei molisani riconosciuto dalla Costituzione italiana».