Il presidente Conte ha galvanizzato i 5 stelle. L’assemblea di sabato, a cui è intervenuto via Zoom, è di fatto il punto di partenza della vera campagna per le regionali. Saremo forza trainante dell’alternativa al centrodestra – ha detto l’ex premier –, dialoghiamo con partiti e movimenti ma non accetteremo imposizioni sulle candidature. Il messaggio è stato chiaro, musica per le orecchie dei dirigenti locali del Movimento.
La legittima ambizione dei pentastellati alla leadership (corroborata dal sostegno per esempio degli esponenti di sinistra di Articolo 1, il cui segretario Totaro lo ha pubblicamente dichiarato) è uno degli scogli che il campo progressista, in costruzione in queste settimane, dovrà affrontare. Insieme a quello dell’ampiezza del campo.
«Il Pd ha fatto la scelta chiara del campo largo», ha detto ieri il segretario del Pd Facciolla in un’intervista a Teleregione. Come si pone dunque il partito rispetto quindi al Terzo polo (Azione e Italia Viva) e 5s? «Non posso dire che siamo equidistanti perché il rapporto coi 5 stelle si è costruito anche in Consiglio regionale facendo opposizione – la risposta di Facciolla – ma noi non disperiamo di mettere insieme tutte le forze politiche per provare a vincerle, le elezioni regionali». E ha proseguito: «Non siamo neppure noi per i transfughi, proviamo a rendere pura la proposta politica. Ma è altrettanto vero che non possiamo disperdere il valore del guardare e dell’ottenere il consenso di un mondo moderato e cattolico che in Molise ha una forza elettorale non indifferente». Sarebbe un peccato, insomma, rinunciare per esempio all’apporto per esempio di Luigi Valente (sindaco di Vinchiaturo e segretario di Azione) o Donato D’Ambrosio. I 5s però sospettano che i dem non vogliano fermarsi a questi nomi. All’appello del Terzo polo hanno risposto anche altri esponenti, ben più impattanti, del mondo moderato, a cominciare dal presidente del Consiglio Micone…
Il percorso comune di Pd e 5s non si arresta, comunque. Ieri pomeriggio due riunioni dei gruppi di lavoro sul programma, su sanità ed energia. Certo, ha concluso il suo ragionamento al tg di Teleregione Facciolla, «neanche noi vogliamo subire imposizioni. Non ne faremo, ma neanche le subiremo».
Qualche ora prima, sulla stessa emittente, il coordinatore pentastellato Federico aveva “sbloccato” la posizione del sindaco di Campobasso Roberto Gravina. Da molti ritenuto un nome assai spendibile per la guida della coalizione, lui si è sempre schermito. E pure i compagni di viaggio si chiedono, e chiedono, spesso: ma in base alle loro regole è candidabile? Il quesito è stato posto all’ex deputato ospite lunedì sera di Fuoco incrociato (a confronto fra l’altro proprio col collega di Italia Viva D’Ambrosio). «Chi è al secondo mandato in un Consiglio comunale si può candidare alle regionali, per fare un esempio Nick Di Michele o Cosimo Bottiglieri possono candidarsi», ha risposto Federico. Lo stesso vale per gli eletti a Campobasso, dove però ci sono anche assessori e, appunto, il sindaco. «Questa cosa non è proprio codificata nel nostro regolamento…. poi chiaramente significherebbe interrompere un’amministrazione e tante altre cose. Però in punta di regolamento non c’è una chiusura netta, non è vietato». È chiaro però, ha concluso, che in quel caso andrebbe fatto «un percorso molto più delicato» rispetto alla candidatura di «un semplice consigliere comunale al secondo mandato».
ppm