A pochi mesi dal ritorno alle urne una consigliera regionale offre, attraverso Whatsapp, lavoro nel Servizio civile nazionale che è regolato da un bando pubblico. Un collega porta il caso in Aula e censura l’accaduto, si sente rispondere dalla diretta interessata: io vengo da una famiglia perbene, non «da una famiglia di mafiosi e delinquenti».
Il messaggio, arcinoto – anche perché lei stessa ha detto ieri che le sue «note» informative arrivano a «oltre 30mila persone» –, è stato inviato nei giorni scorsi dall’esponente di Fratelli d’Italia Aida Romagnuolo. «Ciao, volevo riservarti con molta discrezione un’opportunità lavorativa per un tuo familiare, oppure per un tuo conoscente, come operatore del Servizio Civile Nazionale per la durata di 1 anno». Questo l’incipit del testo finito subito nella bufera anche perché seguivano le sedi (in sette comuni) e perché la «nota» si chiudeva con «se mi vuoi indicare un nominativo, sono a disposizione e poi ti indicherò la modalità per effettuare la domanda». Non un link a un concorso, non un linguaggio burocratico o asettico.
Episodio gravissimo per il capogruppo 5s Andrea Greco che ha presentato un’interrogazione al governatore e ha sollecitato una presa di distanza di FdI. «Io al posto suo (di Aida, ndr) non avrei mandato quel messaggio», una prima presa di posizione di Toma. che poi però ha chiesto di rinviare l’argomento anche perché non aveva elementi per rispondere: «A me non è arrivato nessun messaggio…».
Veemente la reazione di Romagnuolo, di solito simbolo di mitezza e silenzio. Ribadito che si sente fiera di inviare, da cinque anni, informazioni a migliaia di persone su occasioni di lavoro e concorsi, ha dato appuntamento a Greco in campagna elettorale: «Preparati a mangiare la mia polvere». E poi, in un crescendo di rabbia e allontanandosi parecchio dall’oggetto dell’interrogazione: «Io sono persona onesta perché provengo da una famiglia perbene e non da una famiglia di mafiosi e delinquenti. Lezioni di moralità e legalità a me non ne puoi dare».
Insolitamente calmo e misurato, per il suo carattere che invece è esplosivo, Greco ha dato invece appuntamento ad Aida nei Tribunali, penale e civile. «Sarebbe una mancanza di rispetto verso i miei genitori altrimenti. Loro mi hanno insegnato il senso di legalità che mi spinge a condannare le cose che lei ha scritto nel messaggio», richiamando l’attenzione del presidente dell’Assemblea Micone sulle affermazioni della collega: «È veramente grave quanto è stato detto sulla mia famiglia. Io posso ritenermi vittima di determinate cose, come anche mio padre».
r.i.

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