La scelta, o indicazione che dir si voglia, del presidente della Regione Donato Toma per il ritorno alle urne c’è ed è il 25 giugno. L’ultima data disponibile in base alla finestra temporale delimitata dalle norme in materia. «È chiaro che se dovessero contattarmi il collega Fedriga o la premier Meloni per opzioni diverse, per accorpare le nostre elezioni ad altre, non avrei alcun problema a cambiare idea. Ma al momento è questa l’ipotesi a cui stiamo lavorando», spiega il governatore.
A maggio scade il mandato di Fedriga, presidente del Friuli e della Conferenza delle Regioni. Quello di Toma, invece, il 22 aprile. In base alla legge le alternative che il Molise ha a disposizione vanno dal 26 marzo al 25 giugno. «Guardi, stiamo lavorando a tantissimi progetti e iniziative. E anche due settimane in più sono molto utili. Per questo mi sono orientato, se i calcoli del mio ufficio di gabinetto sono giusti e io ritengo che lo siano, sull’ultima domenica di giugno. E anche perché – aggiunge scherzando – così do modo a tutti gli aspiranti candidati a governatore di prepararsi meglio…».
E qui la domanda sul tavolo regionale del centrodestra scatta in automatico. Se l’è cercata, per dirla ancora in tono faceto. Quasi tutti i partiti hanno avanzato la richiesta della leadership venerdì. «È legittimo, io non ho mica l’esclusiva della presidenza. Io, come ho ripetuto tante volte, ho dato la mia disponibilità e mi rimetto a ciò che deciderà Roma. È il tavolo nazionale che decide sulle candidature dei presidenti alla fine».
Non Campobasso, dunque. Dove pare che ci sia stata una requisitoria nei suoi confronti da parte dell’eurodeputato Aldo Patriciello: o lui o me, sarebbe stato il suo aut aut. «Io accetto le valutazioni politiche, ci mancherebbe altro. Vorrei però che tutti coloro che le fanno fossero scevri da pregiudizi», risponde Toma alla domanda sul punto. «Ma non voglio scendere in nessuna polemica. Ricopro anche un ruolo delicato per conto del governo e non posso, e non voglio lo sottolineo, mettermi a controbattere, litigare con nessuno. Se lei non mi avesse chiamato – prova a chiudere l’argomento – non avrei detto una parola su quel che ho letto da un paio di giorni a questa parte». Il ruolo delicato, è evidente, è quello di commissario della sanità. Di carne a cuocere, nel settore, ce n’è fin troppa. È una miccia che il governatore non vuole alimentare quindi.
Patriciello, però, avrebbe detto che gli amministratori e i molisani non vogliono Toma. «Facciamo così, guardi: evidentemente io e Aldo abbiamo fonti diverse…».
r.i.

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