«Non credo affatto che il Sud debba temere questa riforma, anzi il Governo che sta lavorando proprio per non penalizzare il Mezzogiorno e le aree interne. Dobbiamo approcciarci alla riforma senza preconcetti di sorta. Non credo neppure che l’autonomia penalizzi le regioni del Mezzogiorno e lo dico da presidente del Molise. Di più: al suo interno vi è l’archiviazione del criterio della spesa storica, che ha fortemente condizionato il Mezzogiorno per tanto, troppo tempo». In un’intervista ad Affaritaliani, ieri, il governatore Donato Toma ha raffinato e ribadito un concetto già espresso sul regionalismo differenziato, avviato con il varo del ddl Calderoli da parte del Consiglio dei ministri.
Toma si è detto «d’accordo con Luca (Zaia, ndr) Credo – ha aggiunto sull’autonomia – che possa essere non solo una grande occasione, ma la sfida da vincere per il futuro. Anche perché, il gap tra i territori può e deve essere colmato. Ovviamente questo può avvenire solo in un quadro di coesione nazionale e territoriale».
Aver eliminato, ha controbattuto la capogruppo del Pd a Palazzo D’Aimmo Micaela Fanelli, «la dicitura relativa al criterio della “spesa storica” di certo non basta per una definizione dei Livelli essenziali di prestazioni che, senza opportuni finanziamenti, non solo non andranno a colmare ritardo alcuno, ma sanciranno definitivamente la differenza tra cittadini di serie A e cittadini di serie B. Basti pensare infatti, come per garantire i Lep in tutto il Paese, solo per trasporti, scuola e sanità servirebbero come minimo 80 miliardi». Per questo, ha proseguito, «fa rabbia essere costretti a leggere sui giornali come il presidente Toma plauda a una riforma che spacca il Paese e straccia la Costituzione», una riforma «secessionista». Al governatore ha chiesto se è «consapevole di come la questione Sud sia stata semplicemente bypassata dal governo di centrodestra che ha messo su carta una definizione di Livelli essenziali di prestazioni che non potrà mai trovare attuazione nella realtà» o se «vuole semplicemente fare l’occhiolino alla Lega, attualmente contraria a una sua candidatura bis alla guida della Regione».
Infine la Uil: «La sanità molisana sarà ulteriormente a rischio con la riforma per l’autonomia differenziata, un ulteriore salto indietro per il Sud che determinerà un aumento del divario con le altre regioni e che farà crescere la fuga verso il Nord e un aumento dei costi per la mobilità passiva», ha sottolineato la segretaria Tecla Boccardo. «A tutto questo si aggiunge la precarietà attuale del nostro sistema sanitario determinata dalle scelte di questi ultimi mesi e da anni di programmazione sbagliata che ha portato al commissariamento. Un commissariamento fallimentare che andrebbe a sua volta eliminato per l’inadeguatezza e gli obiettivi negativi raggiunti, sia in termini di risposte ai malati che per l’esponenziale aumento del debito. Situazione ancor più pericolosa in questo momento – ha rimarcato Boccardo – per le scelte messe in campo dalla struttura commissariale e che complicheranno ulteriormente l’accesso alle terapie salvavita, bloccando di fatto l’accesso alle cure presso le strutture molisane dei pazienti provenienti da fuori regione. Questo mix di scelte, locali e nazionali, avvantaggerà solo le regioni del Nord e impoverirà sempre più il nostro territorio».

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