La data delle prossime regionali si avvicina, ma il nodo delle alleanze tiene ancora banco nel centrosinistra che deve definire il perimetro della coalizione prima di aprire qualsiasi ragionamento sulla leadership. Ci sono però due appuntamenti imminenti che potrebbero cambiare il corso degli eventi: le elezioni in Lombardia e nel Lazio e il congresso del Pd.
Con Piero Neri, eletto un mese fa portavoce regionale di Europa Verde insieme a Maria Rubio, abbiamo fatto il punto sullo stato dell’arte dei colloqui e sui possibili sviluppi di una proposta politica progressista che a tratti sembra arenarsi.
A che punto sono le trattative nel centrosinistra?
«Più che di trattative nel senso stretto del termine, nelle scorse settimane ci sono stati alcuni incontri nei quali abbiamo lavorato per mettere insieme i partiti, movimenti ed associazioni che hanno intenzione di costruire un percorso condiviso per le prossime elezioni regionali e per creare un’alleanza che vada anche al di là dei programmi e della progettualità elettorale. Vi sono molti elementi in comune da cui partire e sono anche di più rispetto a quello che si possa pensare. Vi sono, allo stesso tempo, delle situazioni imprescindibili a cui dobbiamo guardare con molta attenzione per creare una coalizione credibile, una coalizione che possa rappresentare una reale discontinuità con il passato, totale e sostanziale. Bisognerà porre le basi per una vera e propria alleanza politica. È chiaro che ci troviamo di fronte ad un progetto politico del tutto nuovo rispetto al passato, nel quale un ruolo importante lo avranno o potrebbero averlo i partiti, sicuramente il Movimento 5 Stelle, il Pd, Europa Verde, Sinistra Italiana, Socialisti, Articolo Uno ed i movimenti come Molise Domani, senza escludere la possibile presenza di altri importanti alleati, come Volt ed altre associazioni e movimenti che hanno espresso la volontà di farne parte.
Oltre al concetto di realizzare una totale e sostanziale discontinuità con il passato, vi è un altro punto imprescindibile su cui è necessario basare la costituzione di questa “nuova” coalizione di centro-sinistra: la totale assenza di conflitti di interesse di chi ha intenzione di partecipare a questo percorso politico.
Si tratta, infatti, di due questioni sicuramente fondamentali da cui partire: discontinuità e assenza di conflitto di interessi; anche perché se il Molise è in questa situazione disperata, sotto tantissimi punti di vista, pur qualche responsabilità ce l’avranno anche coloro i quali hanno governato la nostra religione negli ultimi 20-30 anni. Cioè la colpa non può essere sempre attribuita agli altri.
In ogni caso, è necessario procedere con maggiore celerità alla costituzione e alla ufficializzazione del tavolo politico o di questo cantiere che dovrà lavorare per la realizzazione del progetto politico di centro-sinistra.
Nei prossimi giorni, comunque, spero si delinei il perimetro della coalizione».
Domenica 12 e lunedì 13 febbraio ci saranno le elezioni nel Lazio e in Lombardia considerate dagli analisti politici un test importante che travalica la territorialità delle due regioni. Sulla carta il centrosinistra parte in svantaggio. Verrebbe da dire ‘continua a farsi male da solo’.
«Purtroppo, come è successo alle scorse elezioni politiche, sono state fatte scelte molto difficili da comprendere, anche alla luce della legge elettorale esistente che premia le aggregazioni e quindi le coalizioni più ampie. Eppure, secondo me, erano più le cose e le questioni che potevano unire, rispetto a quelle che, invece, hanno portato ad una illogica divisione e ad una conseguente ed inevitabile sconfitta. Alle elezioni regionali del Lazio, purtroppo, non si è riusciti a trovare una intesa (tra il Pd, i M5s e la lista progressista, Verdi compresi) e la situazione sicuramente è complicata. In Lombardia, invece, il quadro è decisamente diverso, seppur le difficoltà sono legate soprattutto alla legge elettorale: vince al primo turno chi prende più voti».
Fra pochi mesi si vota anche in Molise. Nella costruzione di un progetto politico progressista influirà più il risultato di Lazio e Lombardia o il nuovo segretario del Pd?
«Spero che in Molise prevalga il senso di responsabilità e, soprattutto, la voglia di un vero rilancio dell’azione politica. Come ho già detto, sarà necessario un cambio di rotta deciso da cui derivi un ricambio quasi completo dei componenti del Consiglio regionale e di conseguenza del governo della nostra Regione. Non è più possibile sbagliare, non abbiamo più tempo. Per questo spero che né l’esito del voto di domenica prossima nel Lazio e in Lombardia, né il risultato del congresso del Pd possano influire su un percorso di totale rinnovamento della politica regionale partendo proprio dalle prossime elezioni».
Se lei dovesse scegliere tra Bonaccini e Schlein?
«Fermo restando che non sono un tesserato del Partito Democratico, spero che chiunque si affermi alle primarie possa contribuire in modo costruttivo e con un grande slancio di generosità alla costruzione di un polo realmente progressista, realmente ambientalista e seriamente impegnato alla tutela dei più deboli. Con l’approvazione della proposta di Carderoli e l’affermazione dell’autonomia differenziata, l’Italia è stata praticamente fatta a pezzi, ulteriormente divisa e lo sarà sempre di più in ogni suo ambito. Crescerà in maniera considerevole il divario tra le regioni più ricche e quelle più in difficoltà. Ricordiamo quello che è successo con la regionalizzazione del governo della sanità.
Ritornando alla domanda, una affermazione della Schlein potrebbe essere la vera novità nello scenario politico dando al Pd uno slancio diverso. Bonaccini, tra l’altro, era favorevole fino a qualche tempo fa all’autonomia differenziata, seppur con evidenti differenze con quella che è stata approvata dalla destra».
Primo partito in regione alle ultime politiche, i 5 stelle rivendicano la leadership.
«Da quello che sto vedendo in questi mesi, il Movimento 5 Stelle ed i suoi rappresentanti sul territorio stanno lavorando – anche loro – con molto impegno ed equilibrio al tentativo di mettere insieme una coalizione di soggetti il più omogenea possibile. Fino a questo momento, negli incontri che ci sono stati, non si è mai parlato di nomi di possibili candidati. Sicuramente i Cinque Stelle avranno delle proposte da avanzare ed è anche giusto così. Spero in ogni caso che prevalga il senso di responsabilità in tutti coloro che vogliono costruire il polo progressista, tenendo conto della gravissima situazione in cui stiamo. In ogni caso, è necessario condividere la scelta di un candidato presidente competente, “libero da condizionamenti” e che sia in netta discontinuità con il passato, che superi il personalismo esasperato e ritenga naturale lavorare insieme per “resettare” tutto e ripartire».
Su cosa voi Verdi non siete disposti a negoziare anche a costo di rompere l’alleanza?
«Noi di Europa Verde crediamo molto nel lavoro di squadra, lo riteniamo essenziale.
Riteniamo necessario un confronto che si basi molto sulla correttezza e sulla competenza. Non vogliamo che prevalgano le vecchie logiche. Siamo nettamente contrari alla scelta del candidato attraverso le primarie, in quanto siamo convinti che i partiti e i movimenti debbano assumersi la responsabilità delle scelte.
Partiamo dai beni comuni, dalla loro tutela e dalla loro valorizzazione. Non possiamo mercificare la salute dei cittadini, né accettare che il nostro territorio venga letteralmente svenduto a multinazionali o società di avventurieri in ambito della produzione energetica da fonti rinnovabili. Dobbiamo alzare la guardia per tutelare il nostro territorio.
Bisognerà rivedere la gestione delle risorse idriche regionali e investire in maniera decisa su un migliore, innovativo ed ecologico ciclo dei rifiuti».
La soglia di sbarramento è stata fissata al 5%, al di sotto non si elegge alcun rappresentante in Consiglio regionale. Avete preso le contromisure per azzerare il rischio?
«Prima di tutto non possiamo non considerare la pessima legge elettorale regionale a cui siamo soggetti per scrivere il nostro percorso, modificata in questo modo dal governo di centrosinistra e peggiorata oltre i limiti dall’attuale governo di destra. Si tratta di una legge elettorale che mira ad eliminare all’interno del Consiglio regionale la rappresentanza dei partiti più piccoli. L’eliminazione del cosiddetto “voto disgiunto” porta necessariamente a creare coalizioni spesso assolutamente eterogenee. In ogni caso, noi di Europa Verde, insieme agli altri partiti della sinistra (Socialisti, Sinistra Italiana, Articolo 1 e Azione Civile), stiamo lavorando ad una alleanza progressista con cui partecipare alle elezioni regionali. Nei prossimi giorni ci saranno ulteriori incontri con altri soggetti politici che vorranno condividere con noi la formazione della lista».

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