Il governo Meloni ha mantenuto l’impegno sulla stabilizzazione dei precari Covid.
Chi ha seguito la vicenda e soprattutto i diretti interessati ricorderanno il pasticciaccio accaduto in una delle lunghe notti che hanno preceduto a fine dicembre l’approvazione della legge di bilancio: anziché varare l’emendamento proposto dalla deputata molisana Lancellotta, la competente Commissione ne approvò uno del Pd. Che allo stesso modo consente alle aziende sanitarie – sempre entro i limiti di incremento del tetto di spesa del personale – di stabilizzare coloro che hanno lavorato durante le fasi più cruente della pandemia, ma esclude il personale non sanitario.
Proprio durante la seduta di approvazione della Manovra, la deputata molisana presentò e fece votare un ordine del giorno che impegnava il governo ad includere nelle stabilizzazioni anche il personale non sanitario.
«Un ordine del giorno – fu detto dagli avversari politici (anche Micaela Fanelli del Pd, a cui non sfugge mai l’occasione di mettere becco, ci “inzuppò il biscotto”) – lascia il tempo che trova».
E invece, alla prima occasione utile, ovvero il decreto cosiddetto Milleproroghe, Elisabetta Lancellotta e il suo collega di partito Francesco Ciancitto annunciano «un risultato importante per i tanti lavoratori interessati. Il personale dirigenziale e non del Sistema sanitario nazionale, infatti, rientrerà nei piani di stabilizzazione che le Aziende e gli enti del Ssn adotteranno».
Lancellotta, in particolare, aveva apposto la prima firma sotto l’ordine del giorno presentato alla Camera dei deputati, insieme ai colleghi Ciancitto, Cannata, Varchi e Trancassini, sull’emendamento presentato da Fratelli d’Italia e approvato in Commissione al Senato e inserito all’interno del decreto Milleproroghe.
Alle aziende sanitarie viene dunque conferita la possibilità di stabilizzare «tutte quelle persone – afferma Lancellotta – che, durante il periodo del Covid, hanno contribuito a gestire al meglio la pandemia nonostante il sovraccarico di lavoro delle strutture sanitarie di tutta l’Italia».
La deputata molisana già lo scorso 10 gennaio aveva anticipato le novità che avrebbero fatto seguito all’ordine del giorno, che impegnava il governo a formulare le previsioni legislative che avrebbero consentito alle Aziende ed agli enti del Sistema sanitario nazionale di stabilizzare il personale dirigenziale – e non dirigenziale – contrattualizzato, a vario titolo, anche con contratti flessibili, entro i limiti di incremento del tetto di spesa del personale previsto per gli anni 2022, 2023 e 2024.
«Già dal 1° gennaio 2023 (data di entrata in vigore della legge di Bilancio) – ricorda Lancellotta – è stata concessa alle Aziende sanitarie di tutta Italia la facoltà di poter stabilizzare medici, infermieri e operatori sociosanitari. Con questo emendamento, invece, la stessa opportunità è stata estesa, fino 31 dicembre 2024, a tutto il personale del Sistema sanitario nazionale».
E non è tutto. Infatti, «i sei mesi funzionali ai 18 per la stabilizzazione – spiega la deputata – possono essere maturati nel corso di tutto il 2022: l’emendamento amplia infatti la platea degli aventi diritto anche dal punto di vista temporale».
Lancellotta conclude affermando che «l’obiettivo è stato raggiunto grazie al lavoro di squadra. Un obiettivo finalizzato a dare certezze anche a chi ha prestato la propria opera, non solo nei diversi ruoli sanitari, ma anche nei vari profili dell’area PTA (professionale, tecnica e amministrativa, ndr), in uno dei periodi più difficili del nostro Paese».

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