In assenza di un piano operativo in vigore, Donato Toma pubblicamente collega i provvedimenti che sta assumendo da commissario della sanità con la ricandidatura a presidente della Regione. «Una situazione imbarazzante – attacca l’ex governatore Michele Iorio –, irritante, perché sostiene che questo ruolo gli provoca più danni che vantaggi. E questo atteggiamento la dice lunga sul conflitto d’interessi. Considerando che, in base allo Statuto della Regione, dal 9 marzo Consiglio e giunta saranno depotenziati in vista del ritorno alle urne, credo sia il caso di andare al voto prima possibile. Ad aprile per esempio, perché aspettare giugno? Toma dichiara che anche due settimane in più gli servono per portare avanti scelte importanti, ma se scatta l’ordinaria amministrazione quelle scelte importanti comunque non le potrà compiere».
Numerosi gli spunti che Iorio ha colto dalla conferenza stampa tenuta lunedì da Toma e dal sub commissario Giacomo Papa. «Praticamente si recita a soggetto dal momento che in Molise non esiste alcun Piano operativo sanitario visto che, a marzo 2022, il Consiglio di Stato ha dichiarato l’ultimo Pos a firma Toma (2019-2021) “non più vigente». E quello di Frattura, aggiunge l’ex presidente, era stato bocciato dalla magistratura perché assunto senza il necessario confronto con gli stakeholder e le istituzioni interessate. Circostanza che dovrebbe indurre l’attuale commissario a realizzare quel confronto «a cui si era anche impegnato nei confronti del Consiglio per il suo piano operativo».
In questo quadro, aggiunge Iorio, «è assolutamente inopportuno che un commissario ad acta, il cui compito è appunto quello di attuare il Piano di rientro, convochi la stampa affrontando argomenti politici come la sua problematica ricandidatura alla presidenza della Regione. Confermando così la grave forma di sdoppiamento della personalità di ruoli che accentua il conflitto di interessi tra il ruolo di presidente di Regione e quello di commissario. Da commissario ha totalmente eluso – prosegue – il problema della radioterapia che coinvolge l’intera struttura del Gemelli Molise perché ancora si persevera nell’assurda decisione di ridurre il budget e moltiplicare i controlli preventivi insistendo sul ruolo dell’Agenas che da ente pubblico non economico si scopre essere il nuovo “comandante” della Regione Molise. Si continua a parlare di potenziamento dei distretti sanitari di Termoli e Isernia e si continua a sottovalutare il dramma che vivono gli ospedali pubblici molisani e il 118. Si esalta la nuova convenzione con Federfarma annunciando in pompa magna un risparmio di 600.000 euro evitando di dire che tale risparmio è un danno alle piccole farmacie e, di conseguenza, ai malati che vivono nei piccoli comuni molisani».
Da qui, conclude, «sorge spontanea una semplice domanda politica al commissario tanto caro al nostro presidente: visto che dal 9 marzo prossimo si andrà nella ordinaria amministrazione e saranno depotenziati giunta e Consiglio, è proprio necessario tirare il collo fino a giugno? Non sarebbe più opportuno votare ad aprile? Questo sì che sarebbe un bel regalo per i molisani».
Intanto la Corte Costituzionale ha bocciato la legge regionale, a prima firma Iorio, sulla riorganizzazione degli ospedali. Contrasta col piano di rientro e i poteri del commissario. Fu votata durante una seduta in cui Toma era assente, ma il governatore oppose subito l’illegittimità della norma tanto che non la promulgò e chiese al Consiglio di abrogarla. Lo ha fatto ieri la Consulta.

r.i.

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